Nel 2009 Assunta Legnante era una delle atlete di punta della FIDAL. Per lei la carriera sportiva sembrava una strada assicurata verso il successo quando un problema alla vista, un glaucoma congenito che già precedentemente le aveva precluso la possibilità di partecipare ai Giochi Olimpici di Atene2004, sembra far saltare ogni suo piano e ambizione.
Ma Assunta, che di forza d'animo ne ha sempre avuta da vendere, grazie alla sua tenacia, alla sua forza fisica e soprattutto a quella interiore a sorpresa annuncia di voler partecipare alle paralimpiadi di Londra 2012. L'11 maggio di quello stesso anno, ai campionati italiani assoluti paralimpici di atletica leggera, batte il record mondiale nel getto del peso e stacca il biglietto per il Regno Unito. E' la svolta, perché da li in poi scrive pagine memorabili dello sport, diventando un'icona del movimento paralimpico nazionale ed internazionale.
Le sue gesta sportive e non gli sono valse l'inclusione nella lista degli “Ambasciatori Paralimpici”, un ruolo che per Assunta “rappresenta uno stimolo più che un esempio da dare, anche perché non sono l'unica atleta che svolge questo ruolo. Quello che più mi interessa è far capire alla gente che se io sono riuscita a trovare una seconda strada, allora per tutti esiste un'altra opportunità”.
Incontrare gente e raccontare la propria storia - dalla quale spesso molti traggono ispirazione - è per la Legnante fonte di gioia, “perché se sono tornata ad essere me stessa lo devo anche e soprattutto al mondo paralimpico; oggi faccio quello che facevo prima della malattia e questo deve essere la testimonianza che abbiamo il dovere di portare in giro la nostra esperienza, facendo capire alla gente che nulla si conclude dopo un episodio avverso”.
In un periodo in cui gli incontri “si sono ridotti a causa della pandemia, ho comunque cercato e avuto modo di avere il contatto con la gente. Non è stato un contatto fisico ma comunque negli incontri telematici che ho sostenuto sono riuscita a rimanere sintonizzata, partecipando a riunioni devo dire anche piuttosto piacevoli”.
Un rapporto, quello di Assunta con i più giovani, che la vede in prima linea e sempre apprezzatissima: “Quando vado nelle scuole o comunque sono presente ad eventi, soprattutto con le nuove generazioni, chiedo sempre che a parlare siano loro; la mia storia la puoi conoscere digitando il mio nome sui motori di ricerca, guardando video oppure foto, il bello è quando chi ti ascolta ti pone delle domande, quesiti. Ho imparato a capire che spesso nascondono anche la mancanza di coraggio di parlare con i propri familiari o i professori di un problema. Un pò di tempo fa, ad esempio, una ragazza mi fece per sei volte la stessa domanda, una domanda che mi sono resa conta nascondeva un malessere. Alla fine ho chiesto di entrare in contatto direttamente con lei ed insieme siamo riuscite a superare l'ostacolo che non la rendeva serena. Ecco, il nostro ruolo deve essere anche questo, un aiuto a chi magari sta affrontando un momento di difficoltà o di poca serenità”.
Quello che la Legnante nota è comunque uno stravolgimento nell'approccio delle persone al tema della disabilità. Già, “perché io sono entrata in questo mondo quando era in atto un vero tsunami”, uno tsunami che non stava portando morte e distruzione ma al contrario “stava cambiando la mentalità della persone. Noi siamo dei ‘ribelli', perché non ci siamo arresi al nostro destino. Io sono cieca e nell'immaginario collettivo dovrei stare a casa con una copertina a sentire la radio o guardare la televisione, e invece esco, faccio sport, viaggio, insomma a volte faccio anche più cose di quante ne faccia una persona normale. Quello che stiamo facendo è una rivoluzione, una ribellione appunto, e sono fiera di poter prendere parte a questo cambiamento culturale”.
Il lockdown ha interrotto questa buona pratica degli incontri con gli ambasciatori ma purtroppo anche temporaneamente interrotto il sogno di partecipare alle Paralimpiadi per Assunta e molti altri. Il destino ha voluto che ad ottobre - quando i Giochi Paralimpici sarebbero già terminati da un terminati se si fossero svolti come da programma nel 2020 - Assunta riportasse la rottura del tendine di Achille. Un incidente, quello occorso alla campionessa della Fispes, che mette a rischio la sua partecipazione ai giochi del 2021: “non sai quante volte ho pensato a questa cosa! Se non ci fosse stato il lockdown sarei volata a Tokyo, avrei partecipato alle Paralimpiadi e magari anche vinto qualche medaglia. Una persona normale avrebbe detto ‘che sfiga', io invece dico ‘ci proverò'. Lo sai qual'è stata la prima cosa che ho chiesto al chirurgo quando mi ha operata? Mi servono tre mesi per prepararmi, ce lo possiamo fare? Io sono sicura che ci riuscirò!”.
C'è da crederci, non può essere una gamba ingessata a fermare Assunta, una forza della natura!