Finale amaro per l’Italia al Mondiale di Para atletica di Kobe, in Giappone. Francesco Loragno taglia il traguardo in prima posizione nei 200 T64 ma viene squalificato per aver calpestato la riga della corsia. Grande rammarico per l’Azzurro, che aveva fermato il cronometro in 22.97, scendendo per la prima volta sotto i 23 secondi e regalandosi una vittoria netta. Nonostante la delusione odierna, il velocista italiano in terra giapponese ha messo in mostra grandi potenzialità in un esordio iridato che lascia ben sperare in ottica futura.
Quarto posto invece per un buon Simone Manigrasso, che corre in 23.22 e abbassa di oltre un decimo il tempo delle batterie, fermandosi a 7 centesimi dalla medaglia di bronzo.
Compongono il podio iridato il brasiliano Wallison Andre Fortes, oro in 23.11 nonostante una rovinosa caduta sul finale che non ne compromette però l’arrivo sul traguardo, il giapponese Kengo Oshima secondo in 23.13 e il neozelandese Mitchell Joynt che con il record oceanico di 23.15 conquista il terzo posto.
Si conclude con una sesta posizione e miglior tempo personale di 58.48 sui 400 T62 il Mondiale del portabandiera dell’Italia Davide Bartolo Morana. L’azzurro, che si cimentava sulla distanza per la terza volta in carriera, abbassa così il proprio riferimento di oltre mezzo secondo, frutto di una prestazione più equilibrata rispetto alle uscite precedenti che gli consente di concludere con soddisfazione la propria esperienza iridata: “Ci tengo a dire che una medaglia io me la sento già al collo perché sei anni dopo la meningite sono a un mondiale come portabandiera e capitano di una nazionale fantastica e in più porto a casa un personale sui 400 alla terza prova nella mia vita quindi sì, sento di aver già vinto, sento la medaglia sul petto e so che ne arriverà anche una fisica in futuro. Col mio allenatore abbiamo cercato di gestire questa nuova gara che richiede tanta strategia quindi ciò che volevo fare oggi era non spingere, controllare la risposta delle lame e ci sono riuscito, ho mantenuto il ritmo fino alla fine. Avrei potuto spingere di più ma non me la sentivo, non sono ancora in grado di gestire il ritmo dei 400, che comunque arriverà perché è una disciplina che mi piace tantissimo, ancora più dei 100. Questo mondiale è un’esperienza unica che porterò con me per tutta la vita. Kobe segna un inizio, perché anche se oggi compio 31 anni me ne sento 21, l’atletica leggera paralimpica per me è appena cominciata e so che porterà tante altre gioie.
Seppure amareggiato dall'esito del ricorso per la squalifica sui 200 T64, il direttore tecnico della Nazionale Orazio Scarpa è soddisfatto di quanto visto in questi nove giorni di gare, in un Mondiale molto più competitivo rispetto alle attese e in cui la maggior parte degli atleti top level erano presenti e hanno dato battaglia: “Il bilancio poteva essere un po’ più positivo se la medaglia di Francesco Loragno fosse stata confermata, ma purtroppo è stato squalificato come confermato dai giudici per 1 solo millimetro e con ragionevole dubbio. Il valore del ragazzo però è emerso in maniera nitida e ora dobbiamo metabolizzare la squalifica e guardare avanti, consapevoli che ha affrontato la finale mondiale con grande maturità e una prestazione notevole. Al di là dell’amarezza, guardiamo ai meriti dei ragazzi che sono stati bravissimi. Davvero bravo anche Simone Manigrasso che dopo tanti problemi ha dimostrato di nuovo di essere tra i grandi al mondo arrivando ai piedi del podio in una classifica che racchiude in un decimo il secondo, terzo e quarto posto.
Andando al di là della giornata odierna, c’è grande gioia per l’oro di Oney Tapia che dopo un periodo buio ci regala questa grande medaglia d’oro e riesce a coronare un sogno, con una vittoria più che meritata. Grande oro anche quello di Carlo Calcagni, il primo per l’Italia nel frame running e che dà così visibilità a questa disciplina che speriamo ci dia in futuro grande soddisfazione.
Nel complesso ci sono atleti che sono stati molto bravi mentre altri che non si sono espressi al meglio, ma tutti i ragazzi hanno onorato la convocazione e so che nelle gare che non hanno avuto il risultato sperato i primi amareggiare sono i ragazzi stessi. Ad ogni modo ho visto quanto tutti loro ci tenessero, come si sono preparati e l’attaccamento alla maglia Azzurra, consapevoli che anche dopo un risultato non propriamente positivo si deve reagire per costruire qualcosa di ancora più grande. Ciò che mi rende davvero contento è che siano emersi grande spirito di squadra e incoraggiamento reciproco, il che è stato il valore aggiunto di questa Nazionale. In generale mi ritengo senza dubbio soddisfatto di questa spedizione e ora vediamo che accadrà da qui al 15 giugno, giorno ultimo per ottenere tempi utili per l’assegnazione delle slot per Parigi e quante World Para Athletics deciderà di assegnarcene.”
Soddisfatto nel complesso il Presidente federale Sandrino Porru: “Il Mondiale di Kobe è stato senza dubbio particolare perché in parte orfano dei nostri big, in fase di preparazione per le Paralimpiadi di Parigi. Di conseguenza ci troviamo qui con altri atleti che ambiscono a slot per integrare la squadra che sarà ai Giochi Paralimpici. Tra questi ci sono atleti esperti ma anche giovani all’esordio iridato che hanno disputato indubbiamente un buon mondiale. Questo è il segno di come la Federazione stia lavorando bene in termini di promozione, il che mi rende davvero felice e so che questi ragazzi ci daranno tante soddisfazioni nel futuro.” Non può mancare poi un pensiero rivolto alle prossime Paralimpiadi: “Ci prepariamo a Parigi con serenità, consapevoli che la FISPES può contare su uno staff federale e tecnico che lavora molto bene e su atleti dediti al loro lavoro e quando si lavora bene non si può che seminare bene. Al termine di questa esperienza iridata, il ringraziamento più grande lo rivolgo a tutti quelli che stanno dietro le quinte e che non si vedono mai ma che diventano il sostegno di tutto il percorso federale, perché quello che vediamo è il risultato del grande lavoro di squadra della famiglia FISPES e di tutti coloro che si prodigano per sostenere questo movimento.”
Il medagliere dell’Italia ai Mondiali di Kobe
Oro – Carlo Calcagni 100 T72
Oro – Oney Tapia disco F11