L’Atletica paralimpica mondiale si inchina davanti a Maxcel Amo Manu. Alla quarta giornata di gare della rassegna iridata, il fenomeno azzurro fa la storia della velocità a Parigi trionfando nei 100 T64 in 10.71.
È il primo oro e la prima medaglia per l’Italia a questi campionati ed è anche la prima slot conquistata in vista delle Paralimpiadi del prossimo anno che si svolgeranno proprio nella capitale francese. In una finale nervosa caratterizzata da una falsa partenza, più rinvii e un’ammonizione per il neoprimatista europeo che ha avuto problemi con la protesi, in gara non ce n’è per nessuno. Il velocista 31enne ingaggia un corpo a corpo a metà rettilineo con le più grandi star del circuito ma il primo piede al traguardo è il suo. I temibili avversari restano attoniti. Il costaricano Sherman Guity, argento, è a otto centesimi dietro mentre la terza piazza va al tedesco Felix Streng (10.85).
Le sue parole sono strabordanti di felicità: “Mamma mia che emozione! Provo un misto di emozioni, sono felicissimo, mi viene da piangere ma non posso. Non vedo l'ora di andare dalla squadra e dallo staff, ad abbracciare e baciare tutti. Ho avuto dei problemi con la cuffia della protesi, infatti ho preso anche il giallo. È un problema che già avevo avuto e, con questa tensione, ne avevo ancora più del solito. Ho fatto proprio una brutta partenza ma volevo proprio vincere. Adesso vogliamo prenderci tutto”. Maxcel, nome che ha una fortunata assonanza con il famoso campione olimpico dei 100 Marcell Jacobs, aggiunge: “Qualche volta ho pensato a lui, ma sicuramente lui è più veloce di me. Mi piace questo paragone perché certe cose le ho imparate proprio guardandolo. Spero di poter essere anche io fonte d'ispirazione per gli altri”. E nasce anche una grande consapevolezza: “Dedico questa vittoria a tutte le persone in difficoltà, non solo amputate, ma tutte quelle in difficoltà che non sanno come uscirne. Bisogna provare, provare, provare perché è capitato anche a me e ora sono campione del mondo. Non ci credo ancora. Non mollate mai”.
Arrivato in Italia a 11 anni dal Ghana, Manu perde la gamba sinistra sotto il ginocchio per un incidente motociclistico nel 2017 e solo quattro anni dopo indossa la sua prima protesi da corsa. Da quel momento inizia un percorso agonistico che lo porta a distinguersi a livello nazionale firmando record su record nei 100 e 200 fino alla definitiva consacrazione internazionale di oggi. Ma non è finita qui. Lunedì 17 luglio il bottino potrebbe raddoppiare: “Ora sono carico in vista dei 200, ma prima cerco di sistemare qualche problema tecnico. Non voglio commentare però si sa dove voglio arrivare. Sto via via togliendo tutte le mie paure, spero di riuscire a rendere tutti sempre più felici e fieri di me”.
Dalla pista arriva per l’Italia anche un’altra bella soddisfazione. Nella finale dei 100 T44 il 24enne Marco Cicchetti agguanta il quarto posto e un secondo pass per Parigi 2024 in una gara introdotta per la prima volta nel programma mondiale. Lo sprinter romano riesce a stringere i denti fino all’arrivo e con una prestazione da 12.39 supera di 3 centesimi il diretto avversario, il namibiano Denzel Namene,: “Sono contentissimo, soprattutto considerando che gli scorsi giorni sono stati durissimi perché ho avuto la febbre alta. Per questo non mi aspettavo di riuscire a conquistare questa slot. Ce l'ho messa tutta e quando ho sentito che Maxcel aveva vinto, ho sentito una carica incredibile, mi ha davvero spronato”. Il 14 luglio il primatista italiano sarà pronto anche per il salto in lungo, la sua specialità di elezione dove ha già messo al collo un bronzo europeo nel 2021: “Ora ho rotto il ghiaccio in vista della mia gara dove starò meglio fisicamente. Sarà difficile perché gareggerò insieme ai T64, ma darò il 120% come ho fatto oggi”.
In una serata così bella non poteva mancare di dare il suo apporto anche Valentina Petrillo. Con strenua determinazione si appropria della sua serie dei 400 T12 vincendo in 58.01 e ritoccando nuovamente in poche settimane il record italiano di 20 centesimi. L’atleta transgender accede così alla finale prevista alle 20.37 di domani 13 luglio con il secondo crono generale e fa intendere che può arrivare anche più lontano: “Che meraviglia! È stato come nei miei sogni più belli. Questo è il mio Mondiale, nessuno me lo poteva togliere. Questa pista è bellissima, forse avrei potuto controllare sul finale, ma va bene così. Adesso appuntamento a domani sera. Con la mia corsa voglio mandare un messaggio soprattutto al mondo di chi è senza disabilità perché nell’universo paralimpico facciamo sì che la diversità diventi un’opportunità per tutti”.
Arjola Dedaj esce dal Mondiale a testa alta. Dopo il sesto posto nel lungo T11, la pluridecorata continentale in mattinata è stata capace di superare il primo turno dei 100 con il primato personale di 12.95 e un portentoso miglioramento di 36 centesimi di secondo. Nella sua semifinale è terza in 13.11, ma nonostante il nono posto in classifica generale non le permetta di raggiungere la finale, c’è tanta gioia nel suo volto: “Posso dire di essere in paradiso, cercavo da tantissimo di scendere sotto i 13 secondi e oggi ce l’ho fatta. Dopo aver sofferto un po’ l’emozione nel lungo, oggi sono scesa in pista serena e leggera ed è da qui che è arrivato il risultato. Sono molto soddisfatta e questo è merito anche della mia guida Alessandro che ringrazio pubblicamente per la costanza di un anno e mezzo. Questa è la prova che se abbiamo le guide, ce la possiamo fare”. Se l’esperienza a Parigi si chiude qui, la sua voglia di gareggiare diventa ancora più forte: “Adesso che ho rotto il ghiaccio, spero di darmi e di darci altre soddisfazioni negli appuntamenti del 2024. Noi ce la metteremo tutta”. E poi un pensiero speciale alla famiglia: “Dedico questa gara al mio piccolo Leonardo e a mio marito Emanuele che mi seguono da casa perché con il loro supporto e la loro collaborazione siamo riusciti a coronare questo sogno”.
Giornata intensa quella di domani per i colori azzurri oltre alla finale della Petrillo. In mattinata entra in scena la capitana Assunta Legnante a difesa del suo titolo F11 di disco. La sprinter emergente T64 Giuliana Chiara Filippi proverà subito dopo a mettersi in gioco nei turni dei 100 per tentare la finale del pomeriggio. Alle 19.25 arriva poi il momento tanto atteso di rivedere in pista le tre protagoniste della Paralimpiade di Tokyo, Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto nuovamente a caccia di un tris di medaglie nei 100 T63. L’ultimo impegno per l’Italia è affidato a Riccardo Bagaini nelle qualificazioni dei 400 T47.