Giornata memorabile per l'Italia a Parigi. All’ultimo atto del Mondiale di Para atletica la Nazionale azzurra conclude nel migliore dei modi la sua straordinaria esperienza nella capitale francese scrivendo la storia con altre quattro medaglie per un totale di 12 (5 ori, 3 argenti, 4 bronzi) e 10 pass validi per i Giochi del 2024. Non è mai successo prima per l’Atletica paralimpica italiana che, con questi splendidi risultati, guadagna l’11° posto nel medagliere generale.
È ancora una volta il nuovo dominatore dello sprint mondiale Maxcel Amo Manu ad infiammare lo Stadio Charlety, ma questa volta nell’impresa è accompagnato sul podio dalla rivelazione Fabio Bottazzini. Dopo l’oro sui 100 corredato di record europeo, la saetta azzurra raddoppia e mette la sua firma anche nella finale dei 200 T64 spiazzando nuovamente gli avversari. Il campione del mondo corre un testa a testa con Sherman Guity, il numero uno di Tokyo. Manu è avanti di pochi centimetri, vince con un nuovo strabiliante record continentale di 21.36, a 9 centesimi dal primato iridato, mentre il costaricano perde il passo e cade rovinosamente prima di passare il traguardo. Da dietro spunta il giovane portabandiera azzurro che segue la scia del compagno di squadra e a soli 19 anni mette nel sacco la medaglia d’argento col personal best di 23.10, migliorato di 17 centesimi, che gli vale il suo primo grande riconoscimento internazionale tra i grandi portando una nuova slot all’Italia. Terzo con 23.32 il neozelandese Mitchell Joynt. L’Italia della velocità c’è, non solo al femminile con il trio Sabatini-Caironi-Contrafatto conosciuto da tutti, ma ora anche al maschile.
A fine gara il doppio oro iridato dice: “Sto provando da poco a fare i 200, non ce lo aspettavamo però siamo qua. Sono contento, spero di riuscire a migliorare la prossima volta e prendermi il record del mondo. Come avevamo detto negli ultimi giorni, volevamo prendere tutto e questo è stato. Speriamo di continuare sempre a lavorare duro in questo modo e a migliorare sempre, sia per me sia per tutta la nazione. Dedico nuovamente questa vittoria alle persone in difficoltà e a tutti quelli che vogliono provare a cambiare tutto. Anche oggi i miei bimbi sono in tribuna, faccio tutto anche per loro che sono la mia ispirazione. Ringrazio la FISPES che dà la possibilità ai ragazzi più giovani che non possono permettersi la protesi di tornare in vetta. Stanno facendo un lavoro grandissimo. L’anno prossimo ci sarà da divertirsi”.
Bottazzini è incredulo di aver centrato un risultato di tale portata: “È tutto inaspettatissimo, incredibile, devo ancora realizzare. Sono veramente contento, è un ottimo punto di partenza. Pensare che cinque anni fa eravamo su un letto di ospedale e ora siamo qua ad un Mondiale e abbiamo portato a casa una medaglia. Complimenti soprattutto a Max per la doppietta. Abbiamo gestito la gara anche mentalmente, siamo stati tranquilli con la consapevolezza di quello che sappiamo fare. È veramente stupendo, impensabile. Dedico la medaglia alla mia allenatrice, alla mia famiglia, a tutto lo staff, gli amici. A tutte le persone più care per me e a tutte le persone nei momenti bui. Noi siamo l’esempio di come ci si possa rialzare quando la vita ti mette in ginocchio”.
Per gli Azzurri arriva anche la grandissima prestazione di Giuseppe Campoccio tornato ai fasti di un tempo nel peso F33. Dopo una stagione altamente positiva, il portacolori del Paralimpico Difesa ritorna su un podio iridato dal 2017 ma questa volta dal terzo posto passa direttamente all’argento mondiale. Il Joe Black dei lanci ha aspettato fino all’ultimo concorrente, il marocchino Zakariae Derhem, il campione paralimpico a Tokyo che si conferma oro anche qui (11,91), per capire la sua posizione finale avendo guidato la classifica con 11,42. È un’altra carta di qualificazione per l’Italia a Parigi 2024, la decima, che rende nuovamente orgoglioso il tenente colonnello dell’Esercito, radioso per il prezioso metallo: “Il grande lavoro fatto con la Federazione, il CIP, il mio gruppo sportivo, il mio tecnico è stato straordinario. A questa età essere performante e tra i primi al mondo è qualcosa di spettacolare, è un’emozione grandissima. Non per modestia, ma potevo giocarmi anche la medaglia più bella. Grazie a tutti, è stato eccezionale”. In gara due lanci non validi, con il primo in ingresso a 10,99, il terzo a 11,27 seguito da 11,40 fino alla misura dell’argento all’ultima prova: “Uno dei due nulli era superiore agli 11,80, è stato dato nullo, i giudici sono lì per questo, evidentemente avevano ragione, non si può mai contestare la sentenza di un giudice. Un ringraziamento particolare va a mia moglie, a una persona a me cara che non c’è più che è mio suocero e un altro a Giorgina, figlia di un mio carissimo collega che è venuta a mancare da poco. Loro mi hanno protetto da lassù e mi hanno dato la forza di spingermi ancora più avanti e di sognare ancora con lo sport e il paralimpismo. Non amo essere un personaggio, amo essere uno sportivo, amo essere Giuseppe Campoccio ed eventualmente il puma nero Joe Black che ruggisce in ogni occasione a livello sportivo”.
Valentina Petrillo aggiunge un altro sogno a quello già realizzato nei 400 T12. La sua partecipazione azzurra ad un Mondiale si colora completamente di bronzo: non c’è solo quello sul giro di pista, ma oggi la prima atleta transgender paralimpica al mondo a competere in una rassegna iridata nell’Atletica raggiunge un altro risultato storico facendo doppietta della stessa medaglia nei 200 T12. In gara è quarta in 26.31, ma la tedesca Katrin Mueller-Rottgardt viene squalificata per aver perso il cordino con la sua guida. A vincere è l’onnipotente cubana Omara Durand, tre volte d’oro nello sprint tra le ipovedenti.
Petrillo festeggia saltando avvolta dalla bandiera italiana: “È fantastico, non ho parole, non ci posso credere. Ditemi che non è un sogno. È importantissimo questo bronzo, sono felicissima. Un pensiero alla mia mamma: mi ero affidata a lei che mi assistesse dal cielo e lei mi è stata vicina fino alla fine. Da qui parte la sfida di Valentina. Io sono pronta. Ho un anno davanti, le mie competitor sono tanto agguerrite però Valentina c’è e ha dimostrato quello che poteva dimostrare in questo campionato del mondo e da qui si parte alla carica per le Paralimpiadi dell’anno prossimo”. E dopo la premiazione con la medaglia al collo aggiunge: “Qualche mese fa ero quasi sull’orlo di lasciare tutto, lasciare l’atletica visti tutti gli attacchi che ho ricevuto. Anche qui una settimana fa questo stadio era un po’ freddo nei miei confronti, oggi però era tutto con me. Questo vuol dire che la vittoria più grande di una persona è che quando si lavora con serietà e con onestà i risultati arrivano. Quindi non molliamo mai. Si può ricominciare a 50 anni, lo sport fa bene, fa bene per tutti, per noi che abbiamo qualsiasi tipo di disabilità ed è qualcosa di inclusivo nella società”. Non poteva mancare il suo appello: “Un messaggio particolare alle persone che ancora vivono nella discriminazione e nel pregiudizio, sia come persone disabili sia come persone transgender. Questa è la corsa di Valentina, questo è il messaggio di Valentina. Spero di essere di ispirazione per tante altre persone. Per prima cosa vorrei dire che si può fare una splendida vita e avere tanto successo anche se si ha un problema alla vista e anche se si è persone transgender”.
Spetta invece a Alessandro Ossola chiudere l’avventura di un’Italia semplicemente superlativa nell’ultima gara inserita in programma. Nei 100 T63 il bronzo europeo prova il massimo in una finale veramente tosta e si piazza al settimo posto. È un ottimo 12.68 per lui, vicino al record tricolore che detiene: “Il tempo è a 3 centesimi dal mio PB. Il livello si è alzato tanto però sono contento. Adesso la mia testa sarà al mondiale di Kobe e ce la metterò tutta. Sembra tanto ma in realtà siamo tutti vicini, è davvero difficile tener testa a dei campioni così. Qui c’è il meglio di tutto il mondo ed è un onore per me essere qui in mezzo a loro. Mi allenerò per fare ancora di più. L’obiettivo è sicuramente Parigi 2024, sappiamo che si può fare ancora quel qualcosa in più, stiamo lavorando tanto per questo”.
Medagliere Italia a Parigi 2023
12 medaglie: 5 ori, 3 argenti, 4 bronzi
10 pass all’Italia per le Paralimpiadi di Parigi 2024
ORO
Maxcel Amo Manu nei 100 e 200 T64, Ambra Sabatini nei 100 T63, Martina Caironi nel salto in lungo T63, Assunta Legnante nel getto del peso F11
ARGENTO
Martina Caironi nei 100 T63, Giuseppe Campoccio nel peso F33, Fabio Bottazzini nei 200 T64
BRONZO
Assunta Legnante nel lancio del disco F11, Monica Contrafatto nei 100 T63, Valentina Petrillo nei 400 e 200 T12
Foto Augusto Bizzi/FISPES