Si sono da poco conclusi in Portogallo i Mondiali di nuoto paralimpico e quindi abbiamo deciso di chiedere a Carlotta Gilli - atleta vincitrice di 1 Oro, 1 Argento e 2 Bronzi a questa ultima kermesse - le sue sensazioni a freddo su questa avventura.
Un Oro, un Argento e due Bronzi al Mondiale dopo un intervento complicato. Cosa è significato per te vincere queste medaglie?
Semplicemente incredibile. Dopo un periodo difficile, arrivare e vincere 4 medaglie è stato semplicemente un miracolo. Ho davvero messo tutta me stessa dentro questa competizione e, anche grazie alle persone che mi stanno affianco, sono riuscita a portare a casa un risultato grandioso. Non partivo decisamente da favorita: se solo penso che due mesi prima dell’inizio dei Mondiali ero ricoverata in ospedale, ancora oggi non credo a quello che ho portato a casa. È stato un Mondiale particolare, che mi ha fatto capire quanto lo sport sia davvero la cosa più importante che ci sia per un atleta.
Cosa significa partecipare per la terza volta a un Mondiale e portare sulle spalle la responsabilità di rappresentare l'Italia?
Quando arrivi da una Paralimpiade dove hai vinto due Ori, due Argenti e un Bronzo, la pressione è altissima. Rappresentare l’Italia è sempre stato un sogno fin da quando ero bambina e, oggi, rendere questa chimera una realtà è una soddisfazione enorme. Non nascondo che, ogni volta, la pressione sulle spalle e la responsabilità sono sempre più alte e che c’è sempre un pizzico di preoccupazione. La chiave è trasformare quest'ultima in forza, per portare a casa il risultato.
Sei stata chiamata come testimonial per un noto brand. Come è nato questo progetto e cosa pensi della presenza sempre più frequente degli atleti paralimpici nella pubblicità?
Già dall’anno scorso sono diventata Ambassador e quest’anno ho iniziato questa campagna di “Campioni ogni giorno”. L’azienda con cui collaboro, l'ho percepito da subito, è molto attenta al tema dell’Inclusione: mettere un atleta paralimpico come testimonial di un brand mondiale è una cosa fondamentale, importante sia per noi che ci sentiamo “presi in considerazione”, sia per il pubblico che finalmente ci vede e non sente solo parlare di noi con le solite frasi fatte. Far vedere alle persone gli atleti paralimpici significa far capire che non siamo “i poveri disabili”, ma che siamo atleti a 360 gradi e che meritiamo lo stesso trattamento di tutti gli altri sportivi.