Ciclismo: ventuno azzurri in Portogallo per il Campionato del Mondo di Cascais

Ciclismo: ventuno azzurri in Portogallo per il Campionato del Mondo di Cascais

Ciclismo: ventuno azzurri in Portogallo per il Campionato del Mondo di Cascais

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Ventuno atleti in Portogallo per un unico, grande obiettivo: confermarsi come una delle più belle realtà a livello mondiale: dal 9 al 13 giugno, la Nazionale Italiana di paraciclismo sarà a Cascais, in Portogallo, per il Campionato del Mondo.

Gli azzurri sono reduci dalla prova di Coppa del Mondo di Ostenda,primo appuntamento internazionale dopo un lungo periodo di pausa: l'Italia ha risposto con una prova complessiva di spessore, regalando soddisfazioni al nostro movimento sportivo. Un bottino, quello portato a casa dalla trasferta olandese, che raccoglie 9 medaglie d'oro, 5 d'argento e 8 di bronzo, oltre al secondo posto nel medagliere (dietro i padroni di casa).

Fari puntati anche in Portogallo sugli azzurri, un gruppo capace di stupire sempre, nonostante abbia perso pedine importanti come Alex Zanardi e Vittorio Podestà. "Sono due elementi difficili da sostituire" spiega il CT Mario Valentini alla vigilia del Mondiale. E aggiunge: "Esordiremo domani sera con il Team Relay, prova che in passato ci ha sempre visto protagonisti. Quest'anno, senza Alex, possiamo lottare per il terzo posto, ci sono altre nazioni che sono sicuramente più competitive di noi". In campo poi il 10 e 11 giugno con le prove a cronometro, mentre sabato 12 e domenica 13 spazio alle prove in linea.

Il percorso che i ragazzi andranno ad affrontare è "anomalo: andata e ritorno con un'ascesa che va al 2-3%, poi una discesa, una curva secca e un muro dell'8% di 150 metri. La vera incognita sarà legata al vento, che è fortissimo. Fortunatamente sarà un problema per tutti, non certo solo per noi". L'obiettivo della squadra di Valentini è chiaro: “Abbiamo un obbligo nei confronti dei nostri tifosi, di noi stessi ed anche di chi non è, per motivi diversi, più della Nazionale: quello di continuare a vincere, come abbiamo fatto in questi anni. Cosa mi aspetto? C'è un motto che io porto avanti da anni: è tutto già scritto. Devi solo lavorare e dare sempre il massimo".

Superare i risultati degli ultimi Mondiali, nel 2019, sarà una sfida impegnativa e stimolante: ad Emmen la nostra rappresentativa ha vinto ben 8 maglie iridate, 3 medaglie d'argento e 2 di bronzo.

Il CT può contare su tanti giovani e un gruppo in grado di esprimere valori assoluti. Da garanzie come Francesca Porcellato (soprannominata “la rossa volante” per le sue innumerevoli vittorie e per quella sua folta chioma di riccioli rossi), Michele Pittacolo (a Ostenda è arrivata la sua decima vittoria in Coppa del Mondo) e Giorgio Farroni (quella di Tokyo sarà la sua quinta Olimpiade), passando per le nuove reclute del team, che proprio a Cascais faranno il proprio esordio Mondiale con la maglia azzurra sulle spalle. Tra questi una giovane ma già più che promettente Claudia Cretti: dopo il grave incidente che nel 2017 l'ha costretta a tre settimane di coma per una violentissima caduta nel Giro in Rosa, Claudia da tre anni e mezzo a questa parte è tornata a fare ciò che ama di più in assoluto, pedalare. E per giunta collezionando vittorie, nazionali ed internazionali. Con tenacia, energia e sorrisi, Claudia pedala secondo le sue regole: “Io non sogno la mia vita, vivo i miei sogni”.

A Cascais c'è anche Simona Canipari, 52enne bresciana fresca della sua prima convocazione in nazionale. Dopo aver conquistato la maglia tricolore con la sua handbike e la doppietta – cronometro e prova in linea – siglata nel 2° Memorial Valter Corradin di Dueville, la chiamata del CT Valentini non si è fatta attendere. Timida ma determinata, Simona sta raccogliendo i frutti di tanto lavoro e tanti sacrifici, cavalcando la sua immensa passione per la bicicletta. "E pensare che è proprio in bici che è cambiata la mia vita - racconta l'azzurra - per un incidente capitato a marzo 2018. Ho passato tre mesi in rianimazione e un anno in ospedale. Nei mesi successivi al mio risveglio, di bicicletta non ne volevo nemmeno sentir parlare. È bastato tornare a sentire l'aria in faccia per ricordarmi che non ne posso fare a meno". Sull'handbike ha ritrovato la voglia di competere, e la convocazione in Nazionale è una ricompensa più che meritata.

Terza new entry in maglia azzurra è Martino Pini, classe 1992, che proprio grazie allo sport ha ripreso in mano la sua vita dopo il brutto incidente che l'ha visto coinvolto a soli 16 anni. Un avvicinamento allo sport fatto con testa e cuore, seguendo le indicazioni degli esperti e arrivando alla convinzione che anche lui avrebbe dovuto mettersi a disposizione di chi all'improvviso si è ritrovato la vita cambiata: "Proprio per questo ho deciso di fare l'istruttore per insegnare a chi ha avuto la mia stessa disavventura che si può continuare a praticare sport e che non bisogna arrendersi mai". Una determinazione che non è passata inosservata: a Cascais l'ennesima nuova avventura, quella della Nazionale.

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