Conoscere il mondo della Disabilità. Presentato all'INAIL il 1° Rapporto Istat

Conoscere il mondo della Disabilità. Presentato all'INAIL il 1° Rapporto Istat

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In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, l'Istat, il Comitato Italiano Paralimpico e l'Inail hanno promosso un'iniziativa congiunta, con il Patrocinio della Camera dei Deputati, per far conoscere meglio, e in modo rigoroso, il mondo della disabilità nel nostro Paese.

Alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sono stati presentati i risultati di un nuovo Rapporto realizzato dall'Istat per valorizzare e mettere al servizio della collettività e dei decisori politici il vasto patrimonio informativo dell'Istituto su un tema così rilevante ma al contempo ancora poco conosciuto nelle sue molteplici dimensioni.

Ha aperto i lavoriFranco Bettoni, Presidente Inail, cui è seguito il contributo diGian Carlo Blangiardo, Presidente Istat, e diLuca Pancalli, Presidente Comitato Italiano Paralimpico. Ha illustrato il RapportoMaurizio Franzini, Consigliere Istat e Professore ordinario all'Università La Sapienza di Roma. Presenti per portare le loro testimonianze, e quali ambasciatori dello sport paralimpico,Assunta Legnante e Giulia Ghiretti.

"Questo è ormai un appuntamento annuale importante, rappresenta un momento di confronto con le istituzioni, per sostenere le politiche per l'inclusione - ha detto il PresidenteBettoni- . Abbiamo consapevolezza dei grandi benefici dello sport a vantaggio delle persone con disabilità, per questo ringraziamo il Comitato Paralimpico. Occorre, come INAIL, promuovere la sicurezza sul lavoro come valore, utilizzare nuove tecnologie per contrastare fenomeno infortunistico. Non più politiche assistenziali ma inclusive".
"Questo Rapporto vuole offrire a chi vuole conoscere il mondo della disabilità uno strumento utile, aggiornato, ricco di informazioni - ha detto il PresidenteBlangiardo-. Attraverso l'ISTAT, l' Italia è l'unico Paese con un sistema informativo sulla disabilità"..
"Questa di oggi è una giornata particolare - ha detto il PresidentePancalli-, esprimo grande soddisfazione per questa collaborazione tra Enti: il Comitato Paralimpico, nel suo piccolo, ha fatto un po' da allenatore in campo, per attivare questa sinergia, ma poi abbiamo indossato tutti la maglia di gioco, per lo stesso obiettivo. Questo sarà un prezioso strumento, che non c'era mai stato, che aiuterà chi deve tradurre i numeri in politiche virtuose. Dico sempre,
un Paese cresce quando cresce la qualità della vita".
Inatteso l'intervento del Presidente della Repubblica, che è voluto salire sul palco: "Grazie all'ISTAT per questo lavoro di straordinario interesse - ha detto il Presidente Sergio Mattarella-. Che dispone di dati scientifici utili alle istituzioni per modulare meglio i futuri interventi, a sostegno della disabilità. Emerge dal Rapporto che il problema della disabilità non è tanto o solo di tipo assistenziale, ma di opportunità offerte a tutti quanti abbiano una disabilità, che sono un giacimento incredibile di energie. E lo sport è indicativo, per la ricaduta che ha sulle abitudini e l'impegno dei bambini, ad esempio. Mi piace ricordare qui la produzione di una Barbie con le sembianze di Bebe Vio, questo è un messaggio importantissimo per i ragazzi: li indurrà a impegnarsi nello sport, per trovare la misura di se stessi e cercare nuovi traguardi".
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Il 1° Rapporto ISTAT sulla Disabilità, alcuni passaggi

Nel nostro Paese le persone che, a causa di problemi di salute, soffrono di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attivita' abituali sono il 5,2% della popolazione. I dati sono riportati nell'indagine dell'Istat diffusa in occasione della Giornata dedicata alle persone con disabilita'. Gli anziani sono i piu' colpiti: quasi 1 milione e mezzo di ultra settantacinquenni si trovano in condizione di disabilita' e 990.000 di essi sono donne. Il 26,9% di queste vive sola, il 26,2% con il coniuge, il 17,3% con il coniuge e i figli, il 7,4% con i figli e senza coniuge, circa il 10% con uno o entrambi i genitori, il restante 12% circa vive in altre tipologie di nucleo familiare. La 'geografia della disabilita'' vede al primo posto le Isole, con un'incidenza del 6,3%, contro il 4,8% (il valore piu' basso) del Nord. Le Regioni nelle quali il fenomeno e' piu' diffuso sono l'Umbria e la Sardegna (rispettivamente, l'8,7% e il 7,3% della popolazione). L'incidenza piu' bassa si registra invece in Veneto, Lombardia e Valle d'Aosta (4,4%).

La quota di persone con limitazioni che si dedicano all'attivita' sportiva si attesta al 9,1%, contro il 36,6% rilevato nel resto della popolazione. Un ulteriore 14,4% delle persone con limitazioni (meno della meta' rispetto alle persone senza limitazioni) svolge qualche attivita' fisica, pur non praticando sport. Dunque, quasi l'80% delle persone con disabilita' e' completamente inattivo e un milione di essi attribuisce questa scelta a un problema di salute.

Tra le persone con limitazioni gravi quelle che esprimono un'elevata soddisfazione per la propria vita sono il 19,2% (molto meno del 44,5% riferito al resto della popolazione); tra le donne la quota scende al 17,2%. L'82,5% di chi ha limitazioni gravi esprime soddisfazione per le relazioni familiari, il 56,6% per le relazioni amicali, il 44,4% per il tempo libero, il 37,2% per la situazione economica e solo il 19,5% per gli aspetti legati alle condizioni di salute. Sui giudizi sulla qualita' della vita influisce fortemente l'occupazione e il livello di istruzione: hanno un grado di soddisfazione alto il 38,2% degli occupati e il 30,5% tra i laureati.

Tra le persone con disabilita' che partecipano alla vita culturale si riscontra un significativo aumento del livello di soddisfazione: la quota di persone molto soddisfatte sale al 37%, al 63,4% i molto soddisfatti per il tempo libero e all'80,4% i soddisfatti per le relazioni con gli amici. Anche la pratica sportiva mostra effetti significativi sulla qualita' della vita delle persone con disabilita': sono molto soddisfatte della proprie relazioni sociali il 31% di quelle che praticano sport mentre tale quota scende al 16% tra coloro che non lo praticano.

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