Dopo il grande successo della spedizione azzurra alle Deaflympics - i Giochi Olimpici per atleti sordi che si sono tenuti a Caxias Do Sul in Brasile - abbiamo raccolto le emozioni delle due atlete piemontesi Noemi Viana e Chiara Cuscella, che alla manifestazione hanno conquistato con le loro squadre l’Argento rispettivamente con la nazionale di basket e di pallavolo.
Noemi: “Siamo partite dal Brasile con già un grosso carico emotivo poiché ci portavamo alle spalle una medaglia d’Oro europea conquistata solo 7 mesi fa a Pescara. Dunque la tensione era molto alta ma allo stesso tempo grazie alle nostre coach Sara Braida e Giovanna Franzese, che ci hanno aiutato e sopportato, siamo riuscite a dare il meglio di noi stesse, dandoci come obiettivo quello di arrivare insieme il più lontano possibile, giocando di squadra e credendo in noi stesse e nelle compagne, affrontando ogni tipo di difficoltà e moderando il più possibile i nostri limiti.
L’emozione a volte può giocare anche brutti scherzi: la finale olimpica contro l’Usa ha creato in me un mix di sensazioni che ho avuto difficoltà a gestire, ma con l’aiuto della squadra e dello staff abbiamo cercato di fare il possibile per vincere, a volte va bene, a volte va male.
Vincere l’argento, per noi, non è stato un male ma anzi un ulteriore conferma che possiamo fare bene, che unite possiamo toglierci tante soddisfazioni e che deve essere soltanto un input per fare meglio nelle prossime competizioni.
È stata un’Olimpiade bellissima, con tutti gli atleti di Casa Italia, dove si condividevano sconfitte e vittorie, e tutto questo è stato possibile grazie alla Federazione sport sordi italiana che ci ha supportato in tutte le nostre competizioni.
Ringrazio - ha tenuto a ribadire Noemi - anche il mio Direttore Tecnico Beatrice Terenzi e i fisioterapisti del nostro team in particolare Valentina Marchi, senza il loro aiuto e la dedizione delle nostre coach non saremmo quello che siamo adesso.
Prima di grandi atleti, ci sono grandi allenatori".
"Ero incredibilmente felice - ci ha invece raccontato Chiara - quando ho saputo di essere stata convocata per le Deaflympics. Con il nuovo staff mi sono trovata molto bene e ,come sempre, anche con la squadra. Quando sono con loro mi sento me stessa.
Quando eravamo in semifinale, abbiamo giocato bene e all’ultimo punto ho subito pensato: “sono nella finale olimpica!” Lì sono scoppiata a piangere dell’emozione. Una sensazione inspiegabile, un turbinio di pensieri, sogni e speranze che si sono messe insieme.
E’ stato a tutti gli effetti il raggiungimento di uno dei miei più grandi obiettivi, anzi, del mio sogno. E tutto questo a soli 16 anni.
Ma il mio vero sogno non finisce qui, vorrei un’altra medaglia più colorata. Spero di avere un’altra occasione".