Elena e Carlo: i nuovi Alfieri della Repubblica

Elena e Carlo: i nuovi Alfieri della Repubblica

Elena e Carlo: i nuovi Alfieri della Repubblica

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Quando nel 2010 la Presidenza della Repubblica istituì il riconoscimento di Alfiere della Repubblica, “un Attestato d'Onore per premiare quei giovani minorenni che, per comportamento o attitudini, rappresentano un modello di buon cittadino distintisi nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive, nel volontariato oppure hanno compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà”, Elena Salvatore non era nemmeno nata. Venuta alla luce nel 2009, oggi la bambina di Nola ha 11 anni e nonostante la giovanissima età può fregiarsi dell'importante riconoscimento conferitole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A giugno 2019 Elena posta un video su Facebook nel quale chiede ai concittadini di rispettare chi come lei è disabile, assicurando libertà di movimento. A gran voce la piccola chiedeva di “avere più civiltà, educazione, più rispetto” poiché considera i suoi concittadini “troppo concentrati su di voi che non pensate a noi, pensate che noi non esistiamo ma noi esistiamo e lotterò ogni giorno per dire no ai marciapiedi pieni di ogni cosa… bidoni, spazzatura, biciclette, macchine, di tutto e di più, la maggior parte dei marciapiedi sono senza lo scivolo e scendere e i pochi che lo hanno sono utilizzati come parcheggio per le macchine”.

Da qui il conferimento dell'onorificenza, motivata dal Quirinale con queste parole: per aver richiamato con forza ed efficacia, attraverso un video, la sua città e la società intera al rispetto di chi ogni giorno è chiamato a superare gli ostacoli posti da barriere architettoniche, e non di rado dall'incuria di concittadini maleducati.

All'età di 2 anni e mezzo un virus le ha cambiato la vita. “Camminava normalmente – racconta la mamma, Pina Batino – poi un'infezione intramidollare le ha bruciato i filamenti nervosi e l'ha costretta su una sedia a rotelle”. Lei, però, continua a vivere la sua vita affrontando ogni giorno la disabilità, grazie al suo carattere forte, alla determinazione e al sostegno dei genitori, che la aiutano a superare gli ostacoli. Anche la sua passione per lo sport, nello specifico la pallavolo riempie le sue giornate. “Da quando avevo sei anni – spiega – sono una giocatrice di sitting volley. Mi sono allenata regolarmente fino all'inizio della quarantena”.

Anche Carlo Mischiatti nel 2010 era davvero piccolo: aveva soli 7 anni. Probabilmente né lui né la sua famiglia pensavano che il Presidente della Repubblica, dieci anni dopo, avrebbe inserito Carlo nella ristretta cerchia degli Alfieri della Repubblica Italiana. Già, perché Carlo Mischiatti è un ragazzo con spettro autistico, il primo a diventare volontario, aiutando gli altri ragazzi a migliorarsi sempre di più.

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Carlo è riuscito a superare ostacoli impensabili viste le sue condizioni di partenza. Sa leggere e scrivere, gioca a bowling, fa gare con le ciaspole, accumula medaglie e va a scuola all'istituto operaio San Carlo per diventare falegname; nel 2019 è stato uno dei tedofori all'apertura dei Giochi Mondiali invernali di Special Olympics, evento nel quale ha conquistato tre medaglie nei 100, 200 e 400 metri di ciaspola.

Il neo Alfiere gioca anche a pallacanestro nella Pandha Basket, di ruolo fa l'ala grande e viaggia con una media di 20 punti a partita 10 assist, 3 stoppate e 5 rubate. Gioca insieme ad altri ragazzi autistici, con la sindrome di Down o altre patologie e in pochi anni è passato dalla categoria C a quella A. Marco Mischiatti, il fratello allenatore che lo segue sin da piccolo, è contento del percorso del fratello: “Mio fratello ha mosso i primi passi insieme a ragazzi con disabilità più gravi, con difficoltà motorie molto serie e così facendo si è reso conto che non esisteva solo il suo autismo”. Lo sport dunque come mezzo per raggiungere un obiettivo ancora più ambizioso, quello di mettere la sua acquisita autonomia a disposizione degli altri, fino a diventare Alfiere della Repubblica Italiana.

L'emozione è stata tanta, non ci saremmo mai aspettati che Carlo avrebbe ricevuto questo prestigioso riconoscimento. Carlo è un grande sportivo ma soprattutto è un ragazzo sempre disponibile a supportare gli altri, esponendosi in prima persona e facendosi ascoltare dai ragazzi che aiuta” ha dichiarato la famiglia.

Prima di loro altri due atleti con disabilità intellettiva e relazionale (sindrome di Down, tesserati per la Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali) avevano ricevuto il prestigioso riconoscimento: Manuel De March che nel 2014 si distinse per la realizzazione di oggetti d'arte e ingegno e Valerio Catoia che nel mare di Sabaudia salvò una ragazza da un sicuro annegamento con un gesto eroico, sfruttando le sue abilità di provetto nuotatore.

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