Attraverso le parole del suo vice presidente e co-fondatore Andrea Gallone abbiamo deciso di raccontarvi la storia della Granda Waterpolo Ability Asd, prima - e per il momento unica - società di pallanuoto paralimpica in Piemonte e seconda in nord Italia.
Come nasce la vostra associazione?
Sia Orazio Tallarita, l'altro co-fondatore, che io eravamo entrambi fuori dall'ambiente associativo, ma avevamo tanta voglia di fare e di metterci in gioco creando qualcosa di nuovo e inclusivo. Abbiamo iniziato questo stupendo e durissimo percorso nel 2018 grazie a un reclutamento social, che ci ha portato a partecipare e organizzare diversi tornei, e anche a vincerne qualcuno. La pallanuoto è stata ufficialmente riconosciuta dalla FINP - Federazione Italiana Nuoto Paralimpico nell'estate 2020 e da allora c'è stato un primo campionato di serie A e quest'anno il primo campionato di serie A al mondo con il sistema delle classificazioni. In quell'occasione sono anche stati convocati 18 atleti provenienti da tutte le squadre di Italia per una rappresentativa Nazionale, tra cui anche due dei nostri, fra cui il sottoscritto. Facciamo anche tanta promozione sportiva ma abbiamo bisogno di allargare la nostra rosa per migliorare ancor di più. La nostra cosa più importante è che siamo una famiglia. Nella nostra realtà la persona disabile non è vista con pietismo ma come parte integrante di un progetto. Qualcosa di nuovo per dare la possibilità anche ai ragazzi "esclusi" da sport estremamente competitivi dal punto di vista del numero di atleti disponibili.
Però non vi siete fermati alla pallanuoto...
Esatto, perché da tutto questo entusiasmo nel 2021 nasce, con il nome di Granda Sitting Team, il ramo del sitting volley, sport considerato tra i più inclusivi che ci siano, dove in campo abbiamo tre ragazzi con disabilità e tre senza: l'obiettivo è sempre lo stesso... vincere. Ma lo scorso è stato un'anno duro, con difficoltà importanti a livello di reclutamento però non volevamo fermarci, non potevamo farlo, la nostra idea è sempre salda.
Collaborate con altre realtà sportive?
Sì, già negli scorsi anni avevamo intrapreso una collaborazione con la squadra di serie A2 di pallanuoto Torino '81, più precisamente con il loro "vintage team", collaborazione che va tuttora avanti con belle cose che riusciamo a fare insieme ed abbiamo grandi progetti per il futuro. Per cui pensavamo di stringere una collaborazione anche per quanto riguarda il sitting volley: a Cuneo abbiamo la squadra che milita nel campionato di serie A2, il Cuneo Volley. Grazie ad uno dei nostri associati ed atleti, Diego Colombari, medaglia d'oro team relay handbike Tokyo 2020, ci mettiamo in contatto con il Presidente della società Gabriele Costamagna. Scopriamo una persona eccezionale, piena di entusiasmo con tanta voglia di fare, di innovare e con un occhio sempre verso i giovani e con l'idea già in mente di provare con il sitting volley...e voilà partneship fatta. Decidiamo di unire le forze e da quest'anno si parte con la collaborazione con il nome di Cuneo Sitting Volley. Abbiamo grandi idee e chissà se magari riusciamo a iscriverci al campionato di serie A. Le premesse dei primi allenamenti sono molto positivi, con anche Gabriele seduto a terra ad allenarsi con noi.
Com'è il rapporto con loro?
Le società che abbiamo contattato sono state molto felici di darci una mano, per loro è un mettersi in gioco verso un mondo sconosciuto, che ha tanto da insegnare a livello di resilienza e che fa risultati sportivi di livello importante. Avere poi la possibilità di farci incontrare le prime squadre o le giovanili stimola un po' tutti: l'atleta disabile a dare il massimo e accrescere la propria autostima riuscendo bene a fare quello che sa fare, e l'atleta "normodotato" a provare leggermente la fatica dell'adattamento e vedere difficoltà diverse. Per noi questi progetti sono fonte vitale: dare la possibilità ad atleti con disabilità di praticare sport poco conosciuti e farli sentire unici per noi è importante, soprattutto quando vediamo che ottengono risultati al di fuori dello sport, ogni piccolo miglioramento dal punto di vista del sociale ci galvanizza. E ciò non è solo per "riempirci la bocca", noi ci crediamo veramente e lo dimostra il nostro modus operandi, come una ridottissima quota associativa e la partecipazione economica da parte dell'Asd nelle trasferte.
Quali sono ora i prossimi passi da fare?
Vogliamo crescere e ci impegneremo tantissimo per farlo, ma purtroppo le nostre sole forze non bastano. Abbiamo bisogno di ragazzi da integrare e aggiungere ai nostri gruppi, questo ci potrà permettere di crescere e provare ad avere risultati sempre migliori e più grandi. Noi lo speriamo per tutti, per i nostri ragazzi, per gli sponsor che ci sostengono da sempre e non per ultimo nelle società sportive professionistiche che credono nei nostri progetti.
La storia di questa associazione ci dimostra come la collaborazione tra società sportive già esistenti di sport per normodotati e progetti inclusivi possano far nascare realtà di grandissima prospettiva.