Nella riunione di oggi, domenica 27 gennaio, il Board IPC, riunito a Londra da venerdì scorso per i lavori dell'81°Meeting mondiale, ha deciso di revocare alla Malesia i diritti dell'organizzazione dei prossimi Mondiali di Nuoto, che sarebbero stati interdetti agli atleti di Israele per motivi di discriminazione politica. Le competizioni, che assegnano i pass per partecipare ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, si sareberro dovute svolgere a Kuching dal 29 luglio al 4 agosto prossimi.
“Abbiamo assunto questa iniziativa con convinzione. Lo sport paralimpico non può accettare esclusioni. La sua mission è includere, costruire ponti e non barriere. Lo sport è uno strumento di linguaggio universale che non può accettare intromissioni da parte della politica”. È quanto ha dichiarato Luca Pancalli - Presidente del Comitato Italiano Paralimpico - tra i promotori della mozione e membro italiano eletto all'interno del Governing Board dell'IPC.
“Si tratta di un segnale importante che cade proprio in occasione della Giornata della Memoria. È nostro dovere di fronte ad ogni forma di discriminazione e intolleranza non abbassare mai la guardia”, ha aggiunto Pancalli.
"Tutti i Campionati Mondiali devono essere aperti alla partecipazione di tutti gli atleti eleggibili e di tutte le Nazioni, in condizione di sicurezza e di non discriminazione - ha commentato Andrew Parsons, Presidente IPC - Se questo la Malesia non può assicurarlo, procederemo alla scelta di un nuovo Paese ospite".
La competizione si sarebbe dovuta tenere dal 29 luglio al 4 agosto e consente l'accesso ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. L'IPC è al momento alla ricerca di una nuova location con l'obiettivo di mantenere l'evento nelle date previste.
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