E' stato emanato oggi, nel corso della riunione del Consiglio dei Ministri, il decreto che sancisce la trasformazione
E' ufficiale: il Comitato Italiano Paralimpico è un ente di diritto pubblico. Il riconoscimento è avvenuto oggi, nel corso della riunione del Consiglio dei Ministri, grazie all'emanazione del decreto che ha sancito la definitiva trasformazione della nostra organizzazione: “Non poteva esserci viatico migliore in vista dei prossimi Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro – commenta Luca Pancalli – rinnovo la mia soddisfazione per un momento epocale, sognato da molti anni, rincorso con impegno e tenacia quotidiani: il riconoscimento del CIP quale Ente Pubblico, non è un passaggio solo formale, ma un atto politico sostanziale, di cui ringrazio sentitamente il Parlamento ed il Governo. E' stata riconosciuta la dignità di un movimento che opera a vantaggio della collettività, che svolge ruolo attivo quale parte di welfare di questo Paese. Oggi non si chiude un percorso, se ne apre uno: grazie a questa nuova veste giuridica, che ci equipara, di fatto, al CONI, sarà più agevole ed efficace l'interlocuzione del Comitato Italiano Paralimpico con pezzi dello Stato attivi nel comparto socio-sanitario e con la scuola, per dare impulso sull'intero territorio nazionale a progetti di promozione e avviamento alla pratica sportiva delle persone con disabilità. Senza dimenticare l'attività strettamente agonistica e le azioni a supporto degli atleti top level interessati dalla partecipazione ai Giochi Paralimpici, in primis, ma anche alle maggiori competizioni internazionali, e il sostegno a tutte le Federazioni, Discipline Associate, Enti di Promozione e Associazioni Benemerite riconosciute dal CIP. Da oggi, quello che era il sogno visionario del movimento paralimpico, quello della piena integrazione attraverso lo sport e delle pari opportunità per tutti i disabili, diventa presa di coscienza e istanza pubblica, un'assunzione di responsabilità collettiva. Ora non ci resta che festeggiare con una Rio paralimpica scoppiettante, che sia in grado di regalarci non solo medaglie, ma anche quel messaggio di straordinaria normalità che solo lo sport può garantire”.