Per celebrare la XXIV Giornata internazionale delle persone con disabilità, l'INAIL ha organizzato un Convegno presso il suo Auditorium. Relatore il Segretario Generale CIP De Sanctis, testimonial paralimpica Monica Contrafatto
Appuntamento dalle 9 alle 13.30 di giovedì 3 dicembre per il Convegno organizzato dall'INAIL nella sede di Piazza Giulio Pastore a Roma dal titolo: "La disabilità non è un problema!", uno dei più importanti eventi istituzionali previsti quest'anno in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, celebrata dalle Nazioni Unite fin dal 1992.
Il convegno è organizzato dal Contact center SuperAbile Inail con il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (MiBACT) e con il Comitato Italiano Paralimpico.
Il focus scelto dall'Onu per la Giornata del 2015, è l'accesso e l'empowerment per le persone di tutte le abilità, e la finalità dell'INAIL è quella di rendere pubbliche alcune eccellenze realizzate in Italia per ridurre o eliminare le barriere che limitano la partecipazione delle persone con disabilità nello loro vita privata e pubblica. Eccellenze nella tecnologia, nello sport e nella cultura che non solo risolvono molti problemi, ma rendono concreto l'approccio moderno alla disabilità voluto proprio dall'Onu: non un problema, appunto, ma una limitazione da rimuovere o minimizzare con il contributo di tutti.
Tra i relatori, il sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali e al Turismo, Ilaria Borletti Buitoni, il direttore centrale Pianificazione e Comunicazione dell'Inail Giovanni Paura, il direttore generale Musei del MiBACT Ugo Soragni, il segretario generale del CIP, Marco Giunio De Sanctis, il dirigente del ministero del Lavoro e Politiche sociali, Alfredo Ferrante, la campionessa paralimpica Monica Contrafatto, l'architetto Fabrizio Vescovo, massimo esperto nella progettazione senza barriere architettoniche, e il direttore della Galleria Nazionale di Urbino, Peter Aufreiter.
L'intervento del Segretario Generale CIP: "Oggi molto è cambiato sulla percezione della disabilità sportiva, grazie al lavoro enorme fatto dal Presidente Luca Pancalli, grazie al quale il movimento ha avuto una crescita vorticosa. Prima lo sport per i disabili era una terapia, ai tempi di Antonio Maglio, ora il concetto è superato: lo sport è relazione, cultura, benessere per tutti. E l'INAIL questo l'ha condiviso da sempre, ha sempre colto questo messaggio fortemente culturale, sottolineato anche dagli ultimi Giochi di Londra, una vera e propria svolta per tutto il movimento paralimpico, tanto che oggi Olimpiadi e Paralimpiadi quasi non si distinguono più, hanno pari dignità come gli atleti, olimpici e paralimpici. Oggi siamo Ente Pubblico, e avremo con l'INAIL un accordo saldo e duraturo, simbiotico e di reciproco vantaggio come è stato finora. La presenza di Monica Contrafatto qui è testimonianza dei passi rivoluzionari fatti dal Comitato Paralimpico: un militare reduce da una missione di pace in condizioni di disabilità è entrato a far parte del gruppo sportivo del ministero della Difesa, il gruppo paralimpico. E' il segno che le Istituzioni hanno compreso questa nostra richiesta di attenzione e dignità. Adesso il mio sogno è che Roma abbia le Olimpiadi e le Paralimpiadi, perché diventi una città a misura d'uomo".
Così ha parlato la velocista del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, Monica Contrafatto: "La mia storia comincia in Afghanistan, dove per un incidente in missione di pace durante un'esplosione perdo la gamba destra. Lo sport paralimpico non lo conoscevo, poi durante la riabilitazione ho visto alcune gare di atletica leggera alle Paralimpiadi di Londra 2012, dove correva Martina Caironi e lì è nato il mio sogno di correre. Lo faccio da 5 mesi e ho avuto modo di gareggiare già a un mondiale, quello di Doha, dove il 5° posto mi è andato un po' stretto, avrei voluto il secondo posto dietro Martina, ma avevo qualche problema fisico, e ancora paura di cadere, mentre corro. Ora sto facendo tanti allenamenti per restare tranquilla senza allargare eccessivamente le braccia, per darmi equilibrio. E' meraviglioso, quando sento lo starter dare il via, l'emozione esplode e penso solo a vincere. Le missioni sui teatri operativi erano e restano il mio sogno, ma anche l'atletica ora è una parte importantissima della mia vita. Correre mi fa sentire libera".