Sullo storico successo continentale firmato Nazionale Italiana di Hockey composta da Atleti con Disabilità Intellettiva Relazionale, merita la giusta considerazione l'atleta cagliaritano Marco Lecis. Oltre ad aver preso parte alla finalissima vinta per 3-0 sul Portogallo, il centrocampista sardo in forza al CUS Cagliari ha avuto modo, nel corso della manifestazione disputata ad Anversa (Belgio), di realizzare in tutto cinque segnature.
Al suo rientro nell'isola l'intero movimento gli ha tributato i giusti riconoscimenti a conferma che lo sport con bastone e pallina trova da queste parti una scia costante di successi difficile da spiegare ma facile da constatare.
Prima di conoscere l'hockey Marco aveva provato con calcio, nuoto e baseball, ma per ragioni differenti non era riuscito ad approfondirli con la giusta determinazione.
La nazionale italiana di hockey festeggia leuropeo
Abitando a due passi dal campo dell'Amsicora, circa dieci anni fa il campione europeo si è buttato a capofitto su una disciplina che l'ha letteralmente trasformato sotto il profilo caratteriale e agonistico. In casa conserva gelosamente tante medaglie e anche una coppa particolare, danneggiatasi durante il viaggio di rientro in Sardegna e che con tanta pazienza ha rimesso in sesto con l'ausilio delle pinze.
“Cerco di svolgere nel miglior dei modi il mio ruolo – dichiara Marco - indovinando i passaggi vincenti all'indirizzo degli attaccanti, poi se mi trovo nella posizione propizia non disdegno i tiri in porta”. Dell'esperienza belga ricorda in particolar modo la finale tiratissima contro i portoghesi: “Ero molto emozionato ma allo stesso tempo determinato perché sentivo di vivere un momento particolare che rimarrà scolpito nella mia esistenza. Penso di aver dato il mio contributo al collettivo e la vittoria è andata a noi perché oltre ad essere apparsi maggiormente allenati, coraggiosi e concreti, siamo stati più squadra”.
Il cagliaritano Marco Lecis è campione europeo di hockey
Marco è reduce dalla Coppa Italia disputatasi a Mori (Trentino) e alla quale ha preso parte aggregandosi ad una delle formazioni che se la sono contesa. Sono poche infatti le opportunità agonistiche da sfruttare durante l'anno.
“Spero di continuare a divertirmi - ha concluso Marco - e di apprendere sempre qualcosa di nuovo dai campioni che abbiamo in Sardegna e con cui mi alleno costantemente. Dedico questo successo a Carlo Coni, Alessandro Onano e all'indimenticato dirigente Giuliano Loddo che mi aiutò tantissimo nella mia crescita personale”.
LE IMPRESSIONI DEL PRESIDENTE GIANFRANCO SALARIS: “IL MOVIMENTO PUO' CRESCERE, BASTA UN PO' DI VOLONTA'”
L'exploit internazionale di Marco Lecis non deve essere un caso isolato nell'hockey paralimpico sardo. E il presidente della Federazione isolana Gianfranco Salaris se lo augura con tutto il cuore considerata i lusinghieri trascorsi di questo sport nell'isola.
Con una vita spesa in questo ambiente tra agonismo, arbitraggi internazionali e vita da funzionario federale, non gli rimane che realizzare un altro piccolo sogno: vedere crescere il movimento paralimpico.
La cerimonia di chiusura del torneo di Uras FHI FISDIR patrocinato dal CIP Sardegna
Un successo importante quello della nazionale italiana paralimpica di hockey
Lo definirei un traguardo eccezionale, considerata la tradizione assai radicata di questo sport nel vecchio continente. Sono riusciti ad imporsi su rappresentative molto forti, quindi il risultato è rilevante.
Detto da lei che ha visto tutto in questo sport, ha una certa valenza..
Da arbitro internazionale ho diretto otto finali di Coppa dei Campioni, a cui si aggiungono quelle di Coppa delle Coppe, e poi Europei, Mondiali, insomma tutto quello che c'era da fare l'ho fatto.
Quindi ha le carte in regola per dare una scossa anche al movimento paralimpico
Attualmente esiste una realtà ad Uras, Il Sole Sport, affiliata FISDIR, che sta lavorando molto bene, grazie anche all'apporto della società locale Juvenilia. Nel complesso posso affermare tranquillamente che le società sarde sono ben disponibili ad aprirsi ad una dimensione paralimpica soprattutto rivolta agli intellettivi relazionali.
Una partita di hockey femminile
Però?
Forse manca la volontà da parte delle famiglie o delle associazioni nel perorare la causa hockey. Probabilmente la reputano onerosa anche per problemi legati alla trasportabilità degli atleti. In verità non è una disciplina semplice come tante altre, perché richiede una preparazione approfondita sia atleticamente, sia tatticamente, ma non ci mancano certamente i tecnici preparati, visto che siamo tra le realtà italiane che ne contano di più in assoluto.
L'esperienza di Marco Lecis può dare il buon esempio
Marco è un'eccezione perché sin da piccolo si è dedicato all'hockey e trova la porta aperta in tutte le società di Cagliari e hinterland comprese le categorie master e femminili. Insomma non ha mai incontrato difficoltà nell'allenarsi.
Cos'altro dire del neo campione europeo?
E' un ragazzo splendido dal carattere molto buono. Giocare con atleti di spicco del panorama nazionale olimpico gli giova parecchio ed è voluto bene da tutti. Quando veste la maglia della nazionale fa la differenza.
Ogni tanto si organizzano concentramenti paralimpici anche da queste parti
Come già premesso, attività prettamente paralimpica in Sardegna non se ne fa, a parte delle gradite eccezioni come il III° Trofeo Italiano di Para Hockey organizzato proprio da Il Sole di Uras qualche mese fa (con la sinergia FIH – FISDIR e CIP Sardegna) che è stato molto apprezzato. Tra l'altro ha spianato la strada ai futuri campioni europei che hanno avuto la possibilità di mettersi in luce proprio nel piccolo centro.
Marco Lecis in azione durante gli Europei di Anversa
Quindi praticarlo frutta tanti aspetti positivi
E' uno sport che ha aiutato tanto Marco nel raggiungere la conduzione di una vita normale. Ha fatto tanti progressi, è diventando totalmente indipendente, ora viaggia da solo.
Perché in Sardegna l'hockey piace così tanto?
Perché noi sardi siamo un popolo di matti. A parte gli scherzi permette di realizzare sogni impensabili in altre discipline, tipo quello di giocare in serie A, vincere uno scudetto o di indossare la maglia azzurra. E i più giovani, allenandosi con i campioni, hanno delle forti motivazioni.
Eppure abbiamo capito che è uno sport molto faticoso
La preparazione fisica ed atletica risulta essere quattro volte tanto quella del calcio. E poi è uno sport molto veloce. Infine nell'hockey ci sono dei principi da seguire nel rispetto dei ruoli e delle regole, dei compagni e degli avversari. Se uno non si attiene a questi principi base non può giocare. Viene immediatamente escluso. Ci teniamo che rimanga uno sport vero. E poi si caratterizza per terzo e quarto tempo, favorendo la coesione. La pratica dell'hockey associata al divertimento è una filosofia mondiale.
Lanciamo un appello ai futuri appassionati dell'hockey
Mi auguro che in Sardegna il settore paralimpico abbia lo stesso sviluppo dell'hockey olimpico. E' uno sport di sacrificio ma ha un suo tornaconto che non è da poco. E' un problema di volontà nel volerli instradare. Ma i tecnici motivati a farli crescere non mancano.