Insieme al Presidente del CIP, in rappresentanza del mondo paralimpico, l'atleta ipovedente Mattia Cardia
"Rappresentando una parte del mondo sportivo - ma non un mondo a parte - voglio esprimere la mia soddisfazione con il Ministro per questo progetto".
Con queste parole il Presidente del CIP, Luca Pancalli, ha aperto il suo intervento in occasione del convengo dal titolo "Studenti e atleti? Ora si può", il programma sperimentale nato in tutte le scuole per conciliare studio e agonismo. L'appuntamento, che si è svolto mercoledì 8 febbraio presso la Sala della Comunicazione del MIUR, in Viale Trastevere, ha visto la presenza di Valeria Fedeli (Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca), di Gabriele Toccafondi (Sottosegretario di Stato Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca), di Maurizio Beretta (Presidente Lega Serie A), di Giovanni Malagò (Presidente Coni), di Roberto Murgia (AD Alfabook - Gruppo TIM). In rappresentanza del mondo paralimpico, oltre al Presidente Pancalli, il velocista ipovedente Mattia Cardia, sardo, classe 2000, nove titoli italiani nel suo palmares con la maglia della Saspo Cagliari.
"Fa piacere vedere come in Italia dei semi buttati sul terreno riescano a far nascere delle piante e, come in questo caso, facciano nascere un progetto ambizioso e importante - spiega Pancalli - un progetto importante non solo perché, in questo modo, si riesce a fare squadra ma anche perché, con questa iniziativa, si sottolinea una strategia in termini di percorsi di alleanza fra mondo dello sport, mondo della scuola, le società sportive ma soprattutto le famiglie".
"E' bene ricordare, infatti, che ognuno di questi ragazzi ha delle famiglie alle spalle - precisa il Presidente del CIP - anch'io sono genitore di un ragazzo che fa sport e vedo tutte le difficoltà che le famiglie devono affrontare".
"Sono ancor più soddisfatto per il riconoscimento che, sin dall'inizio in strategia con il Ministero e con il CONI, si è voluto dare al mondo che io rappresento, il mondo paralimpico - aggiunge Pancalli - avere oggi un mio atleta paralimpico, Mattia, ragazzo ipovedente, studente del terzo liceo scientifico, è la dimostrazione di qualcosa di ancor più importante, la sottolineatura del valore dello sport come strumento educativo e la sottolineatura dello sport come strumento politico, con la P maiuscola, per fare in modo che si comprenda sempre di più che i percorsi sportivi e le ore di educazione motoria rappresentano degli strumenti per partecipare alla crescita e alla formazione dei ragazzi, esattamente come si fa nelle ore di greco, latino, matematica, italiano".
"In più, per quanto riguarda il mondo che rappresento, è la sottolineatura di sport inteso come inclusione sociale, uno sport che non fa differenze, che riesce ad abbattere barriere e non solo per quanto riguarda i cosiddetti atleti top level ma per tutti i ragazzi disabili inseriti nella scuola italiana. E' questa la vera sfida educativa che, insieme al Ministero, stiamo portando avanti anche attraverso lo strumento dello sport".
"Per noi del mondo paralimpico è ancor più importante perché avviene in un momento nel quale siamo stati riconosciuti - e lo dico con orgoglio - ente pubblico, il che vuol dire che è stata riconosciuta la dignità e la legittimazione del comitato paralimpico ad operare per quello che è il nostro terreno di competenza".
"E' importante per quello che i miei atleti rappresentano e raccontano, che sono storie di sogni, storie di alto livello".
"Con loro c'è anche chi sogna quotidianamente - conclude Pancalli - e mi riferisco alle famiglie, che sognano che i propri figli possano essere rispettati nella loro dignità, nel loro diritto e nel loro riconoscimento delle pari dignità, nella scuola così come nella vita".
"Lo sport è importantissimo soprattutto per noi atleti paralimpici - dichiara Mattia Cardia - è fondamentale che possa esserci l'opportunità di conciliare sport e studio poiché, come i miei compagni normodotati, il nostro sogno è continuare sia a vivere la nostra passione, che è lo sport, sia lo studio, che è una cosa fondamentale, sia per la cultura di una persona che per le sue esperienze di vita".