Dal 13 giugno prenderanno il via, per la prima volta, i Campus di avviamento allo sport paralimpico. Il progetto nasce dall’iniziativa del Comitato Italiano Paralimpico con l’obiettivo di avvicinare allo sport sempre più bambine e bambini, ragazze e ragazzi con disabilità del nostro Paese. La manifestazione, alla sua prima edizione, è rivolta infatti ai giovani con disabilità fisiche, intellettive e sensoriali compresi nella fascia di età 6-25 anni alla prima esperienza nel mondo dello sport.
Quattro le città italiane coinvolte, da nord a sud: Lignano Sabbiadoro (centro Bella Italia), Roma (Centro di Preparazione Paralimpica), Bari (Centro Sportivo CUS) e Messina (Centro Sportivo CUS). I partecipanti, grazie al supporto delle Federazioni Sportive Paralimpiche e delle Federazioni Sportive Nazionali Paralimpiche, potranno cimentarsi in tante discipline, per un’offerta complessiva che ammonta a 21 specialità, suddivise in base alla location prescelta e al tipo di disabilità: atletica, baseball per non vedenti, basket in carrozzina, boccia paralimpica, bocce, calcio a 5 e calcio a 5 non vedenti, calcio a 7, canoa-kajak, canottaggio, canottaggio non vedenti, ciclismo, handbike, scherma, scherma non vedenti, showdown, sitting volley, tennistavolo, tiro con l’arco, tiro con l’arco per non vedenti e wheelchair tennis.
Sono già oltre 300 gli iscritti alle 4 manifestazioni, con un’età media di 13,1 anni: il 40% di questi con una disabilità intellettiva, un altro 40% con disabilità fisiche e il restante 20% con disabilità sensoriali.
Il calendario dell’evento prevede una settimana, dal 19 al 26 giugno dedicata alla disabilità intellettiva in tutte le location ad eccezione di Bari (dal 12 al 19 giugno). Un'altra settimana, dal 26 giugno al 3 luglio, sarà invece dedicata alle disabilità fisiche e sensoriali.
I partecipanti vivranno una full immersion sportiva grazie alla possibilità di pernottare nella struttura ospitante.
Martedì 7 giugno, presso la sede del Comitato Italiano Paralimpico di Roma, si è svolta la cerimonia di presentazione dei Campus. Presenti all'evento il Presidente del CIP Luca Pancalli, la pongista Giada Rossi, bronzo ai Giochi di Rio e di Tokyo, l'arciere Stefano Travisani, argento alle Paralimpiadi di Tokyo.
“Siamo orgogliosi di poter annunciare l’inizio di questa iniziativa che ha l’obiettivo di avvicinare allo sport paralimpico tanti giovani con disabilità del nostro Paese. Si tratta di un evento straordinario che va a rafforzare l’attività ordinaria di avviamento allo sport che quotidianamente mettiamo in campo, come Ente, in tutto il territorio nazionale. In questo modo vogliamo dare una risposta concreta alla crescente domanda di sport, abbattendo quegli ostacoli - fisici, economici e organizzativi - che ancora oggi impediscono a tante persone con disabilità del nostro Paese non solo di praticare attività sportiva, ma anche solo di provare una disciplina sportiva. È il nostro modo per diffondere un’idea di sport come pezzo del welfare pubblico del nostro Paese e strumento di benessere, inclusione e integrazione”. È quanto dichiara Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico.
“Con l’occasione voglio ringraziare le Federazioni, i tecnici, i comitati regionali, i centri che ospiteranno le iniziative, per il prezioso supporto. La nostra speranza è di poter accogliere tanti giovani all’interno della nostra famiglia sportiva e, chissà, accompagnarli un domani verso i più importanti palcoscenici sportivi internazionali”, ha aggiunto Pancalli.
"E' un grande onore mettermi in campo. Non voglio dare lezioni di vita ma spero che le esperienze che ho vissuto possano dare slancio a tante persone per realizzarsi e raggiungere i loro obiettivi. Io, ad esempio, ho trovato la mia strada attraverso lo sport. I Campus rappresentano un'occasione per rimettersi in gioco, per ritrovarsi, sperimentare nuove discipline e trovare quella giusta. Io ho conosciuto il tennistavolo nel 2008, dopo l'incidente, ed è stato un incontro casuale. La mia speranza è che l'approccio allo sport sia qualcosa di concreto e non di casuale, senza barriere e nella più totale normalità. Vogliamo dare a tante persone la possibilità di esplorare il mondo paralimpico, non necessariamente vincere una medaglia ma intraprendere un percorso, perché lo sport è il mezzo per vivere una vita piena e soddisfacente. Noi dobbiamo capire che siamo persone con grandi potenzialità. Spesso ci soffermiamo sulel difficoltà che incontriamo tutti i giorni mentre dobbiamo pensare che i limiti esistono, certo, ma abbiamo potenzialità infinite e lo sport è proprio il mezzo attraverso il quale queste abilità vengono fuori", queste le parole di Giada Rossi.
"I Campus sono l'occasione per scoprire il nostro talento nascosto. Io venivo dal ciclismo ma dopo l'incidente con la mountain bike mi sono avvicinato al tiro con l'arco. Non sono arrabbiato con lo sport per quello che mi ha tolto ma lo ringrazio per quello che mi ha permesso di fare, di rialzarmi, di capire cosa potessi fare con le mie abilità residue. Da questi Campus spero possano nascere i campioni di domani. Certo, spesso le strutture sono carenti dal punto di vista architettonico, per questo sono convinto che la differenza la facciano le persone che prendono a cuore le tematiche e le portano avanti", ha dichiarato Stefano Travisani.
Francesca Fedeli è la Presidente della Fondazione Fight the Stroke: "Siamo soddisfatti perché in poco tempo siamo riusciti a dare tante risposte e a dar voce a un bisogno inespresso. Per il futuro, ci auguriamo che le ragazze e i ragazzi che tornano dai Campus possano trovare nei loro territori un supporto a livello locale. Quello che dobbiamo combattere sono non solo le barriere architettoniche ed economiche ma anche quelle culturali, perché spesso sono le famiglie a fare resistenza e a non permettere ai figli di compiere il loro percorso".
Antonio Prezioso è il Presidente del CUS Bari: "Non è stato facile ma siamo entusiasti di questo Campus. Vogliamo lavorare affinché ci sia sempre più divulgazione sui benefici che lo sport può dare ai ragazzi con disabilità".
Silvia Bosurgi è la Presidente della ASD Unime: "Abbiamo cercato di attivare molte discipline che riguardano tutte le disabilità, per avvicinare quante più persone possibili al mondo paralimpico. Noi che veniamo dallo sport sappiamo quanto questo sia importante ai fini dell'inclusione".