Inizia l'avventuta europea per le Nazionali maschile femminile FSSI di pallavolo. La massima rassegna continentale è in programma a Karabuk, in Turchia, fino al 20 luglio.
Per quanto riguarda la Nazionale maschile, la speranza è che dopo i due bronzi mondiali e olimpici possa arrivare un’altra medaglia, magari di maggior pregio, che da tempo manca proprio agli Europei.
In ambito femminile, le azzurre sono le campionesse europee in carica, che è anche una responsabilità ulteriore, inoltre vantano l’argento al mondiale e alle ultime Olimpiadi.
“Il nostro cammino verso l’Europeo – ha dichiarato il direttore tecnico del team maschile Diego Peroni – è iniziato subito dopo le Deaflympics in Brasile con uno stage di giocatori giovani e meno giovani; un’amalgama tra forze nuove e di esperienza, il giusto mix per affrontare una avventura così competitiva. Durante il nostro percorso invernale – ha spiegato Pieroni – abbiamo svolto diversi raduni collegiali, gran parte nelle Marche. In vista di affrontare squadre molto cresciute, lì abbiamo lavorato molto sull’aspetto tecnico non tralasciando nemmeno il fattore clima ed organizzativo. Ci piace pensare che questo europeo, anche se con poche squadre avversarie, farà leva su molti giovani che abbiamo deciso di valorizzare qui, questo ci permetterà di crescere gradualmente ed allo stesso tempo – ha concluso Diego Peroni – competere sempre ad alti livelli!”.
Per il coach della squadra femminile Glauco Sellan “si è arrivati in Turchia perfettamente consci della difficoltà del compito che ci spetta, quello di difendere il titolo di campioni europei. La difficoltà è legata soprattutto al momento di passaggio che la nazionale sta vivendo con la sostituzione di alcune giocatrici storiche”. “Sono in difficoltà nel fare un pronostico – ha continuanto Sellan – perché conosco poco del lavoro della altre nazionali, ma sono molto soddisfatto di come le ragazze si sono approcciate ed impegnate fino a qui dopo la preparazione invernale, poi ovviamnete sarà il campo a decretare i risultati e la bontà del nostro lavoro”.