Fegato, ambizione, pazienza, perseveranza. Non proprio una roba da ragazzi, fare il campione di para snowboard. Lo sa bene Jacopo Luchini, asso della tavola appena giù dal podio ai Giochi Invernali di PyeongChang nella cross e nel banked slalom, che questo sport comporta una dedizione quasi totale, ai suoi livelli.
Dal 27 al 31 marzo ci saranno i Campionati Mondiali in Finlandia a Pyha, e per il rider toscano, che conduce la classifica mondiale di cross, la concentrazione è massima. “Mi piace arrivare a una gara importante tranquillo, riflessivo come sono, cerco di abbassare il battito cardiaco, prima dello start al cancelletto – dice- non gasato o su di giri come fanno altri”. La paura? “Ci pensa il nostro mental coach, come anche lo skiman, sono figure che ci accompagnano fino a un minuto prima della gara. Ma la paura è qualcosa che fa parte di questo sport, che secondo me è il più bello del mondo, a contatto con le montagne, dentro paesaggi mozzafiato. Si scende anche a 70/80km orari, ne sono consapevole e sfido chiunque ad avere un pizzico di timore. Lo snowboard è classificato tra gli sport estremi, ci sarà una ragione. Ma quella sensazione è sana, ti fa stare attento, dà adrenalina ma pone il giusto limite. Poi ti diverti anche un sacco”. Va sulla tavola da neve relativamente da poco Luchini, 28 anni di Prato, che a 20 ha cominciato a planare sulle nevi del Monte Cimone e non ha più smesso. Nascere senza una mano, in questa disciplina, non fa la differenza, l'equilibrio è questione soprattutto di gambe e braccia.
La pista dei sogni è una sola, Big White in Canada “Se devo dirne una su tutte, quella è la pista che davvero mi esalta. Qui da noi, invece? le piste in Italia ci sono, solo che si contano su mezza mano: “Da noi c'è poca scelta, non esistono vere e proprie piste da boarder cross, forse la migliore e più tecnica è Cervinia, la pista che usano gli olimpici. Tiziana Moioli? La conosco certo, ho avuto l'onore di allenarmi con lei allo Stelvio, ci sentiamo sui social e incoraggiamo a vicenda. Poi c'è la nostra pista privata che prepariamo noi a Folgaria, con Igor Confortin, ce la siamo fatta su misura e ogni sera, dopo averla un po' rovinata in allenamento io lo aiuto da bravo shaper a ricostruirla per il giorno dopo”.
Intanto si semina per il futuro, forse colorato da un lavoro come maestro di snowboard, per cui sta affrontando le selezioni sulle Dolomiti trentine. In Finlandia sarà battaglia aperta e sfida a Montaggioni e a Patmore (oro nella cross a PyeongChang2018), incontrati di recente in Coppa del Mondo, e ci sarà Mike Minor, lo statunitense oro ai Giochi nel banked slalom. “Mike però quest'anno non si è presentato sulla neve, lo vedremo direttamente al Mondiale. Che ha Mike più di me? Semplicemente va sulla tavola da quando aveva 5 o 6 anni, è pazzo scatenato, ha questo sport nel sangue, oltre che tanto stile. Ma arriverà il momento che dovrà tornare ad allenarsi anche lui, perché stiamo tutti crescendo, noi avversari, e forse non sarà disposto a fare il sacrificio di allenarsi”. Nessuno è inarrivabile, però. “Spero di metterli dietro a me, ai Mondiali di Pyha. E' una pista veloce, tecnica, tanti salti, racchiude tutto ed è molto difficile. Però la conosco, mi ha portato bene a dicembre. E' un buon preludio".