Ricerca IPSOS sugli effetti della pandemia sullo sport. La Sottosegretaria Vezzali: "Oggi riparte lo sport italiano"

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Si è tenuto questa mattina, all'esterno della Sala delle Armi del Foro Italico, l'evento 'Pronti, ripartenza... Sport!', evento fortemente voluto ed organizzato dalla Sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali. Presenti le massime autorità del mondo sportivo italiano: Michele Sciscioli, capo del Dipartimento Sport, Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute e Andrea Abodi, Presidente dell'Istituto per il Credito Sportivo, questi i nomi dei relatori - oltre ovviamente alla Sottosegretaria – che si sono alternati nei discorsi davanti ad una platea di primissimo ordine, tra cui spiccavano il Presidente del CONI Giovanni Malagò e quello del CIP Luca Pancalli.

Presentate nell'occasione due indagini a cura dell'IPSOS, studi volti entrambe a rimarcare l'incidenza che la pandemia di Covid-19 ha avuto e tuttora ha sullo sport. A presentare i dati è stato l'amministratore delegato di IPSOS Italia, Nando Pagnoncelli, il quale ha affermato: "Per lungo tempo raramente in Italia si sono fatte indagini demoscopiche sullo sport. Il Covid ha stravolto la nostra vita e anche le nostre abitudini di attività sportiva. Abbiamo condotto questa indagine tra giovani e giovanissimi mettendoli poi a confronto con gli adulti - ha spiegato Pagnoncelli – considerando che lo sport è considerato molto importante dal 75% dei genitori ragazzi più piccoli (6-13 anni) e dal 59% di quelli più grandi (14-19) e durante la pandemia è stato giudicato ancora più importante nonostante la consapevolezza dei rischi. Gli attivi pre-Covid”, ha illustrato ancora l'ad di IPSOS, "erano il 73% nella fascia 6-13, il 59% in quella 14-19 e il 20% tra gli adulti, poi con la pandemia gli abbandoni sono stati molto elevati: il 48% tra i piccoli, il 30% tra i ragazzi e il 26% tra gli adulti. Un terzo di coloro che hanno continuato ha cambiato attività e più della metà ha cambiato modo di fare sport, con attività all'aperto e home fitness. Tra chi ha lasciato tanti (69% tra i giovanissimi e 55% tra i ragazzi) provano tristezza, apatia o ansia.. Con la riapertura c'è quasi un plebiscito che non vede l'ora di tornare a fare sport".

Lo studio presentato oggi induce preoccupazione ma ci dà anche grosse motivazioni - questo il commento del Presidente dell'ICS Andrea Abodi, il quale ha proseguito - dobbiamo farci carico di dati scientifici che poi fanno fatica a tramutarsi in consapevolezza. Bisogna lavorare con convinzione e non per convenienza, la nostra consapevolezza è che lo sport, insieme alla scuola, alla cultura, al lavoro e alla salute rappresenta la prospettiva di un futuro migliore per l'individuo e per la società”.

Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute, ha analizzato invece la necessità “di farci trovare pronti per la ripartenza dello sport. Nel pieno della pandemia Sport e Salute ha promosso una profonda azione riformatrice. E' stata una fase durissima. Il nostro action plan 2022 intende attuare l'obiettivo della riforma, promuovendo lo stato di salute del paese e la pratica sportiva in tutte le fasi”. Tra i punti di ripartenza Cozzoliindividua quello dell'innovazione ("Centrale in ogni azione di Sport e Salute") e della scuola, che "deve diventare il luogo della promozione sportiva. Non solo educazione motoria ma anche formazione nei corretti stili di vita”.

Michele Sciscioli, capo del Dipartimento Sport ha rimarcato come la pandemia "ci abbia insegnato che è necessario un cambiamento culturale; quando si è chiusi in casa l'individualismo non serve, bisogna aiutarci l'un l'altro, con grande spirito di collaborazione. Oggi – ha proseguito Sciscioli - qui abbiamo sottolineato l'importanza del gioco di squadra: avere qui tutti quanti, sulla base di quanto abbiamo fatto e sulle attività che faremo, ci dà la consapevolezza che le azioni che metteremo in campo saranno frutto di un lavoro coordinato con grande capacità e volontà per fare il nostro meglio a servizio di tutto il sistema sportivo”.

Chiusura ovviamente per la Sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali che ha tenuto a sottolineare “il valore simbolico della data, l'1 giugno, un giorno che vuole dare un segnale di speranza: questo è il giorno della rinascita dello sport italiano”. Tra i dati illustrati, a preoccupare maggiormente la Vezzali sono quelli che dimostrano "quanto la sedentarietà e l'obesità si siano presentate in modo preponderante e quante persone abbiano smesso di fare sport durante la pandemia”. L'ex campionessa di scherma, oggi ai vertici dello sport italiano, ha una ricetta: “L'entusiasmo è la base per raggiungere qualsiasi obiettivo. Con tutte le istituzioni guardiamo insieme a Tokyo per lanciare un messaggio importante e non solo per i risultati dei nostri atleti. Quella che vedete oggi è la squadra dello sport italiano. Siamo un dream team, niente personalismi: si vince e si perde tutti insieme”.

Un messaggio di unità e collaborazione, lanciato a gran voce per garantire la ripresa dello sport.

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