Team Equa: l’handbike tra rulli e solidarietà
Team Equa: l'handbike tra rulli e solidarietà
Dettagli della notizia
Rulli, rulli e ancora rulli. Procede così, con handbike e biciclette montate sui sistemi di home-training, l'allenamento degli atleti del Team Equa, associazione sportiva dilettantistica del comune di Santa Cristina e Bissone, nel pavese. In squadra, alcuni dei massimi campioni nazionali e internazionali del paraciclismo, tra cui Fabrizio Cornegliani e Paolo Cecchetto, in lizza entrambi per le Paralimpiadi di Tokyo, rinviate al 2021 causa coronavirus. “Allenarsi al chiuso sui rulli è diventato pesante, per fortuna la buona stagione invernale ci aveva concesso qualche bella giornata per le uscite”, dice Ercole Spada, fondatore e oggi vicepresidente e direttore tecnico della società. Certo, i rulli stancano, soprattutto mentalmente, ma atleti abituati ad allenarsi fino a 4 ore al giorno (“Come se fossero professionisti”, precisa Spada) devono continuare a stare in attività. “In questi momenti gli allenatori devono essere più severi del solito e, soprattutto, devono cercare di dare motivazioni – continua –. Poi, appena si potrà, prendendo tutte le precauzioni possibili, voglio portare tutti in pista per provare una sorta di ritmo gara, anche se temo che di competizioni quest'anno non se ne potranno più fare”.
Sardo di origine, in Lombardia da quasi 50 anni, Spada ha iniziato a seguire atleti nell'handbike nei primi anni Duemila: “Un amico ciclista, Gianluigi Granellini, si fece male durante una gara amatoriale – racconta –: insieme abbiamo scoperto la specialità, ho iniziato ad allenarlo io, poi si sono aggiunti altri atleti”. Nel 2013 la nascita del Team Equa con Fabrizio Cornegliani, Paolo Cecchetto e Walter Groppi. “Siamo partiti per fare qualche garettina e divertirci, ma quando abbiamo iniziato a vincere, abbiamo capito che non potevamo più scherzare”. Oggi i tesserati sono 16, la più giovane è la 19enne bergamasca Agnese Romelli: ha perso un braccio a 17 anni, quando un Suv l'ha travolta mentre si allenava in bicicletta. Quest'anno, la sua prima Coppa del Mondo nel paraciclismo: “Mi ha detto che è stata un'esperienza che non cambierebbe con niente”, svela Spada. Per i suoi atleti, “lo sport è tutto: fa bene alla salute, ovviamente, ma soprattutto regala soddisfazioni e permette di dimostrare quello che si è in grado di fare”.
Certo, l'amarezza per il periodo e la delusione per il rinvio delle Paralimpiadi ci sono, è innegabile. Oltre a Cecchetto e Cornegliani, anche la pavese Luisa Pasini ambiva a un pass per i Giochi. Ma dal peggio posso nascere cose positive. Il Team Equa aveva già accantonato i fondi per la spedizione in Giappone. Cosa farne, allora? “Con gli atleti abbiamo deciso di acquistare delle mascherine da regalare a tutti i cittadini di Santa Cristina – dice con orgoglio Spada –, abbiamo contribuito ad acquistare 2 ventilatori per i reparti di terapia intensiva dell'ospedale di Pavia e di quello di Bergamo e abbiamo fatto partire una raccolta per un altro ventilatore, questo per la Sardegna”. Dopo tanti anni, la Sardegna è sempre nel cuore di Spada: “Nel futuro voglio organizzare un tour con la squadra, ci stanno aspettando”.