Tutorial Sport Paralimpici: goalball

Tutorial Sport Paralimpici: goalball

Tutorial Sport Paralimpici: goalball

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C'è uno sport che in Italia ha conosciuto una stagione brillante: l'era dei Castellini, dei Perfler, dei Merelli, dei Martini e dei Gallucci, ragazzi che agli inizi degli anni 90' riuscirono nell'impresa di conquistare una medaglia d'oro nel goalball. A Barcellona , nel 1992, l'Italia vinse la prima ed unica medaglia nei Giochi Paralimpici della storia azzurra in questa disciplina. Il passato, si sa, non può essere dimenticato, e per questo la tradizione del nostro paese in questo sport dedicato ad ipovedenti e ciechi ha continuato a vivere conoscendo stagioni alterne dal punto di vista dei risultati ma lasciando intatto l'appeal del goalball, attività bellissima ed emozionante.

Negli ultimi anni la Fispic (Federazione Italiana Sport per Ipovedenti e Ciechi) ha iniziato un nuovo corso, fatto di ringiovanimento a livello anagrafico dei propri ranghi e di una programmazione sportiva affidata a Francesco Gaddari.

Tutorial Sport Paralimpici - Goalball

Stiamo costruendo un percorso che ci conduca a Parigi nel 2024 - dichiara il tecnico bergamasco - un processo di rinnovamento che costituisce un investimento importante da parte della federazione. A Tokyo non siamo riusciti a qualificarci ma la ripresa del campionato già nel mese di febbraio e gli Europei a ottobre ci permetteranno di proseguire quest'opera purtroppo interrotta dalla pandemia”.

Il goalball, disciplina nata come strumento di riabilitazione a seguito del secondo conflitto bellico mondiale, ha conosciuto negli anni un'evoluzione che ha condotto questo sport prima all'approdo in una competizione mondiale (Toronto 1976) e poi alle Paralimpiadi del 1980, quelle della storia per questo sport con l'ingresso della disciplina tra gli sport paralimpici. “Il goalball è considerato ad oggi uno sport di altissimo livello agonistico - commenta il direttore tecnico nazionale - e i benefici dal punto di vista riabilitativo sono indubbi in una prima fase, e man mano che il livello si alza cresce anche lo sforzo fisico, la potenza e la resistenza. E' una disciplina molto interessante che riscontriamo avere molto successo tra i giovani. Avvicinare queste fasce d'età è vitale per noi, perché è la base per la costruzione dell'impalcatura. A questi spieghiamo che non basta un allenamento ogni tanto, ma serve continuità nel lavoro anche a casa, abituare il fisico allo sforzo fisico”.

Sport “atipico” il goalball perché tutti i players in campo contemporaneamente difendono e attaccano. “Sembrerà strano, ma questo fatto di poter attaccare e difendere nello stesso tempo è qualcosa che va al di là del campo, sfociando nella vita quotidiana: stare troppo in difesa ti fa essere sospettoso, impaurito, essere troppo attaccanti potrebbe essere sinonimo di aggressività. Ci vuole equilibrio, bilanciamento e personalmente sono molto contento di aver visto ragazzi letteralmente sbocciare, anche e soprattutto nelle relazioni personali”.

Il goalball dunque permette grandi parate e la possibilità di marcare reti, il tutto nell'assoluto silenzio. “E' uno sport in cui c'è un valore altissimo del fair play, tra gli stessi giocatori non può esserci disturbo durante le azioni. Credo che possa essere insegnato nelle scuole proprio per la sua capacità di mescolare elementi polisportivi”.

Ipersensibilità, esplosività, resistenza, sforzo anaerobico, flessibilità, queste le caratteristiche principali per un giocatore di goalball, abbinate ad una capacità propriocettiva importante; ma quello che Gaddari riconosce come elemento fondamentale è “la voglia di stare insieme, lavorare in gruppo, muoversi all'unisono”. Chi ha visto nella sua vita una partita di goalball sa che in campo ci sono tre atleti che appaiono spesso come un corpo solo!

Trovare sincronia nei movimenti, dunque, ma soprattutto promuovere uno sport che, come detto in apertura, risente - come spesso accade per gli sport di squadra - della mancanza di risultati internazionali, megafono in grado di richiamare l'attenzione. Gaddari è convinto del processo: “Avere la possibilità di inserire anche atleti normodotati nel campionato italiano potrebbe fare da traino allo sviluppo della disciplina, ma serve sempre di più entrare nelle scuole, creare una cultura, lavorare a strettissimo contatto (come già accade ndr) con l'Unione Italiana Ciechi”. Questi gli obiettivi a medio termine che ci faranno tornare a vivere stagioni formidabili per il goalball, come quella favola vissuta agli inizi degli anni 80.

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