Nuoto
Il nuoto paralimpico è fra quelle discipline che possono vantare la presenza a tutte le edizioni delle Paralimpiadi. Può essere praticato da atleti con disabilità motorie, visive e intellettivo-relazionali.
Le norme che disciplinano il nuoto paralimpico riprendono i regolamenti della Federazione Internazionale di Nuoto (FINA) prevedendo, però, alcune eccezioni al fine di adattarsi alle necessità degli atleti paralimpici. Tali eccezioni sono assegnate all’atleta in sede di classificazione e sono espresse da codici numerici o alfabetici. In linea di massima permettono al nuotatore che ne è in possesso di eseguire un’azione che di norma porterebbe ad una squalifica.
Nel nuoto paralimpico non sono ammesse protesi o ausili. Le principali eccezioni riguardano ad esempio, la partenza che può avvenire direttamente in acqua o con il supporto di un assistente alla partenza. Nelle virate o arrivo per le nuotate rana o farfalla i nuotatori con amputazione o agenesia degli arti superiori sono esonerati dal tocco simultaneo sebbene debbano dimostrare l’intenzionalità dello stesso protendendo il moncone residuo verso la piastra. In mancanza di entrambi gli arti superiori il tocco alla piastra è permesso con qualsiasi parte superiore del corpo. Le principali competizioni si svolgono in vasca da 50 metri, le gare divise per classe sportiva (determinata dalla classificazione) sono le seguenti: 50m,100m,200m,400m (stile libero), 50m,100m (dorso, farfalla e rana), 150m, 200m (misti) e le staffette 4 x 50 e 4 x 100 (stile libero e mista). Nelle staffette le squadre schierano quattro atleti (due donne e due uomini nelle mixed, quattro donne o quattro uomini nelle altre). La somma dei punteggi delle classi sportive degli staffettisti non deve superare un determinato punteggio.