Rugby in carrozzina
Il Rugby in carrozzina è una disciplina che può essere esercitata all'interno delle attività gestite dalla FISPES, la Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali, riconosciuta dal CIP quale federazione sportiva paralimpica nel 2010. Possono praticarla atleti con una grave disabilità che colpisce le braccia e le gambe: trauma del midollo spinale, paralisi cerebrale, distrofia muscolare, amputazioni, poliomielite e altre condizioni neurologiche con paralisi totale o parziale delle gambe e paralisi parziale delle braccia.
Per giocare a rugby in carrozzina vengono usate carrozzine manuali appositamente costruite per lo sport e con specifici requisiti dettati dal regolamento tecnico. Gli atleti competono in squadre da quattro per portare la palla attraverso la linea di meta della squadra avversaria. Si giocano quattro periodi da 8 minuti ciascuno su un campo coperto di 15x28 metri, su una superficie preferibilmente di legno, e con una palla rotonda. A causa delle disabilità degli atleti, una palla rotonda che è più facile da lanciare, assicura che il gioco scorra meglio grazie alla natura più prevedibile del rimbalzo. Vengono usati due coni per contrassegnare le aree chiave alla fine di ogni metà campo. È inoltre necessario un cronometro per conteggiare i periodi di gioco, le penalità e i time-out.
Agli atleti viene assegnata una classificazione sportiva in base al loro livello di disabilità: le squadre, che possono essere miste di uomini e donne, devono schierare giocatori con un mix di valori di classificazione corrispondenti a diverse capacità funzionali. Il Rugby in carrozzina è presente nel programma dei Giochi Paralimpici a partire dall'edizione di Sydney 2000. Questa disciplina, oltre a favorire la socializzazione propria degli sport di squadra, offre un'opportunità di pratica sportiva soprattutto per persone che hanno una disabilità grave.