Biografia

“Lo sport è la mia vita, è la gioia di vivere”. Matteo si avvicina al tiro con l’arco come terapia riabilitativa. Nel 2009, mentre è ancora studente di Ingegneria e lavora come giardiniere, è vittima di un incidente: una pianta gli cade addosso e gli spezza la spina dorsale, causandogli una paraplegia. Del suo sport Matteo ama soprattutto l’inclusione, il fatto di poter gareggiare insieme ai normodotati. Se non avesse fatto l’atleta? “No, non riesco a immaginare una vita senza sport, quindi avrei sempre e comunque intrapreso una carriera sportiva”. Matteo non si immagina al termine della sua attività agonistica: “Penso solo ad allungarla il più possibile”.La vittoria più bella: “Quella ai Campionati Mondiali di Pilsen”. Matteo non è in alcun modo scaramantico: “Prima di una gara cerco di rilassarmi, di concentrarmi sulla respirazione e, soprattutto, di non pensare alla gara”. Una delle mete preferite? "Vorrei percorrere la Route 66 ma anche visitare Canada e Alaska”. Nella sua playlist non può mancare Toxicity dei System of a Down. “La parola resilienza vuol dire non mollare mai nonostante tutto quello che ti possa capitare nella vita”.