Biografia

“Qualificarsi per le Paralimpiadi di Tokyo è stato senza dubbio il momento più bello e alto della mia carriera sportiva”. Un momento unico, incredibile, un traguardo insperato. Nel 2012, subito dopo aver partorito sua figlia, a Roberta viene diagnosticato un sarcoma dei tessuti molli, un tumore alla coscia. Nel 2016 l'amputazione.

Prima della gara la mente va sempre nella stessa direzione: “Penso alla mia bambina, penso che sto facendo questa cosa anche per lei e che si può fare nonostante tutte le difficoltà”. Una squadra che teme di più non c’è: “Credo siano tutte allo stesso livello e dobbiamo essere concentrate per riuscire a batterle tutte”. A proposito di squadra osserva: “Il gruppo conta tanto”. Oltre al sitting volley Roberta Pedrelli ha un’altra grande passione: “Mi piace dipingere e quando ho un po’ di tempo libero prendo la mia tela, i mei i colori, i miei pennelli e mi metto all’aria aperta: mi piace creare”.

Dopo l'oro vinto agli Europei di Caorle, ha dichiarato: "Sapevamo di essere forti e siamo andate per vincere. E in effetti abbiamo vinto tutte le gare. E’ stata la prima volta che ho giocato davanti a tanto pubblico che tifa per noi. E’ stato bellissimo.
Lo spirito di gruppo, prima di tutto. Siamo scese in campo compatte, come una cosa sola. A ogni giocata ci abbracciavamo e ci caricavamo a vicenda".