Biografia

Veterano della nazionale, Gianluca Cavaliere c’era a Torino “quando venne formata la squadra di para ice hockey italiana che partecipò per la prima volta ai Giochi Paralimpici”, quindi a Vancouver “quando ottenemmo un’incredibile qualificazione a Ostrava, la mia più grande gioia sportiva”, poi ancora a Sochi e infine in Corea del Sud, edizione quest’ultima che coincide con la sua più grande delusione: “Perdere una medaglia di bronzo in quel modo è stato davvero brutto”. Il papà è stata la persona più importante nel suo percorso sportivo: “Fu lui a spronarmi fin da piccolo”. Amputato alla gamba destra a causa di un incidente automobilistico, del suo sport trova esaltante “lo scontro fisico con il mio avversario” anche se “giocare incontri ravvicinati è uno sforzo che richiede molte energie fisiche e mentali”. “Vedere nuovi stadi, nuovi palazzetti ben attrezzati” è una delle cose che più lo incuriosisce nei viaggi in trasferta con la nazionale. Se invece dovesse scegliere una meta per puro piacere “andrebbe “in Australia, un posto magnifico”. Un mercoledì da leoni è il suo film preferito, in linea certamente con il pensiero che da sempre caratterizza la sua filosofia di vita: “Dai gas e dagli giù duro!”. Milano-Cortina nel 2026 “forse sarà una Paralimpiade che guarderò come spettatore, ma sarà comunque un’emozione incredibile averla in casa. E lo dico avendo già vissuto quelle di Torino nel 2006. Ad ogni modo sarà una esperienza grandiosa".