Biografia

“Lo sport, per me, rappresenta la vita, perché dopo l’incidente ho avuto modo di ripartire proprio grazie allo sport”. Nel 1992, poco dopo aver compiuto 18 anni, Michela rimane coinvolta in un incidente mentre è in sella al suo motorino e riporta una lesione midollare con conseguente paraplegia. A oggi è una delle veterane del tennistavolo paralimpico italiano. Quella di Tokyo è stata la sua quarta Paralimpiade. In quella occasione, ha vinto la medaglia di bronzo in coppia con Giada Rossi: "Dopo una medaglia così è difficile che possa smettere", ha dichiarato dopo il podio ottenuto in Giappone.

Del suo sport dice: “Amo l’integrazione e il confronto con l’avversario. Le sconfitte sono sempre dure da mandar giù ma poi bisogna saper ripartire alla grande”. A fine carriera si dedicherà alla famiglia: “È qualcosa che spesso ho trascurato”. Tanti i momenti belli della sua lunga carriera, tra questi la medaglia vinta alle Paralimpiadi di Pechino del 2008: “Perchè la prima medaglia è sempre la più emozionante”. Prima di una gara? “Mi sento agitata e ripercorro i momenti delle gare precedenti”. La medaglia di Tokyo l'ha dedicata ai genitori, "che non ci sono più e al mio compagno, che mi sta accanto con grande pazienza”. Le avversarie che teme di più?  “Le asiatiche, cinesi e coreane in primis".